AVEZZANO Auto di servizio della Provincia dell’Aquila utilizzate a fini personali: c’è anche il sindaco di Avezzano fra i cinque indagati. Gianni Di Pangrazio, che prima di diventare sindaco lo scorso anno era funzionario dell’ente, è coinvolto nell’inchiesta avviata dalla Procura dell’Aquila sul presunto utilizzo improprio di alcune vetture di servizio, non auto blu. Per raccogliere prove gli investigatori avrebbero pedinato gli indagati e registrato gli spostamenti delle macchine. Oltre a Di Pangrazio, anche altri quattro addetti dell’amministrazione avrebbero, stando all’accusa, utilizzato impropriamente i mezzi della Provincia. Al sindaco viene contestato un viaggio a Napoli, avvenuto il 10 agosto, con ritorno tre giorni dopo. Secondo gli inquirenti modalità e fine dello spostamento non sarebbero compatibili con lo status della vettura. In sostanza Di Pangrazio, insieme a un collaboratore del Comune di Avezzano, avrebbe raggiunto il capoluogo campano non per ragioni istituzionali, ma per relax. Il sindaco, dopo che la notizia dell’indagine è finita sui mezzi di informazione, ha deciso di replicare a modo suo, con l’originalità e l’imprevedibilità che gli sono proprie. Ieri pomeriggio, infatti, ha scritto una lettera aperta ai cittadini di Avezzano che ha poi pubblicato sulla sua pagina Facebook: «Cari concittadini, in qualità di sindaco della nostra amata Avezzano, sento il dovere di informarvi su ciò che sta accadendo rispetto a una verifica degli organi preposti sull’utilizzo dell’auto istituzionale per un viaggio a Napoli con soggiorno a totale carico del sottoscritto. Prima di entrare nel merito della questione, però, voglio mettervi al corrente sul contenuto dell’informazione di garanzia», scrive il primo cittadino. Che quindi riporta il contenuto dell’informazione di garanzia: «La mattina del sabato 10 agosto 2013 si faceva venire a prendere a casa in Avezzano dall’autista Bianchini che si muoveva appositamente dall’Aquila tramite autostrada per accompagnarlo, unitamente a un suo amico, (quella persona è un collaboratore dipendente del Comune) nella città di Napoli, consentendo che poi il Bianchini tornasse a casa propria in L’Aquila; il 13 agosto 2013 si faceva venire a prendere a Napoli dall'autista Bianchini facendosi riaccompagnare a casa». Di Pangrazio ammette su Facebook di aver «utilizzato l’auto, in comodato d’uso gratuito al Comune dalla Provincia», ma di averlo fatto «nel rispetto delle regole, in qualità di sindaco, mentre ero in aspettativa non retribuita da dirigente dell’amministrazione provinciale. Questa vicenda sarà presto chiarita lasciando venire alla luce la correttezza del mio operato rispetto a una contestazione che ipotizza un uso improprio dell’auto per una spesa quantificabile in 150/200 euro: ritengo che un primo cittadino possa svolgere il proprio compito in piena autonomia, anche di movimento, l’importante è che lo faccia, come il sottoscritto, nel rispetto delle leggi e nel supremo interesse della comunità. A questa nostra amata città, che amministro senza aver percepito alcuna indennità, né rimborsi spese (in sedici mesi ho lasciato nelle casse pubbliche quasi 50mila euro destinati al Microcredito e al settore sociale) sto dedicando tutte le mie energie per ridare alla comunità, giovani in testa, una prospettiva e un futuro». E di sicuro non finirà qui.