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Data: 28/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'aeroporto che non decolla - Aeroporto dei Parchi: pasticcio e liti senza fine. Musarella replica e parla di interessi del singolo

Il gruppo di L’Aquila città aperta interviene sul pasticcio dello scalo dei Parchi. L’esperto di aeroporto è Corrado Ruggeri, coordinatore cittadino del movimento, che lo ha visto nascere e lo ha fatto crescere: «Qui si parla di tutto tranne che di voli di linea». Critiche circostanziate allo scalo che in serata l’amministratore unico della società di gestione Xpress, Giuseppe Musarella, in una nota dall’oggetto: «Quando gli interessi del singolo vanno a discapito degli interessi di molti», ribalta svelando che, non più di 4 mesi fa, proprio Ruggeri aveva inviato una nota per chiedere collaborazione alla stessa società. «L’autorevole esponente del movimento circa 4 mesi mi ha indirizzato una lettera personale nella quale evidenziava tre proposte - riferisce Musarella -. Uno spazio di 10.000 metri quadrati in zona air side da destinare agli appassionati del volo di aviazione minore e di ultraleggeri avanzati; una richiesta del sedime aeroportuale per portare avanti un progetto in collaborazione con la Thales Alenia; impegno a saldare il debito con la nostra società per la sosta di due aeromobili all’interno del sedime aeroportuale più altri due da alienare». In questo modo Musarella demolisce l’intervento di L’Aquila città aperta secondo cui «andava fatto un business plan vero e una seria ricerca di marketing» aggiungendo che «la Xpress è nella illegittimità: non ci sono i requisiti per impostare un discorso serio. Si pensi solo al fatto che si vola a vista. Con queste condizioni è difficile garantire voli di linea». Ruggeri non perdona alla Xpress la eliminazione del volo generale che comprende anche l’attività di aeroclub, «realtà che avrebbero potuto convivere, invece si è voluto sacrificare tutto per realizzare l’aerostazione». Al gruppo non sfugge poi l’operazione Zafferano Rosso. «La verità - dicono i consiglieri - è che il gestore pensa di ripianare le eventuali perdite dello scalo attraverso la realizzazione di un centro commerciale. Ricordiamo che le norme tecniche di attuazione vietano esplicitamente di poter realizzare un centro commerciale nell’area. È nel business plan che il gestore dichiara esplicitamente di volere realizzare un centro commerciale, nel bando invece non se ne fa menzione». Un’altra sveltina che non può essere tollerata dal gruppo di Giorgio De Matteis. Su questo punto Musarella spiega che l’offerta tecnica è relativa alla fase due dello scalo: «Prevista dal 3° al 10° anno di gestione. Attività subordinata alla risposta del territorio all’inizio delle attività al traffico commerciale. È risaputo che tutte le strutture aeroportuali non possono reggersi economicamente solo sulle attività aviation». «Se Cialente avesse letto con attenzione la lettera invece di urlare alla luna - aveva detto De Matteis in mattinata - avrebbe capito che il Ministero chiedeva solo se lo scalo è capace di sostenere i costi. Lo scalo dell’Aquila era destinato alla Protezione civile, punto di riferimento del Centro Italia. Il comune, invece, con il bando fa perdere questa mission. Pensare che 50 mila persone transitino per lo scalo è singolare. Le 60 persone finanziate dai fondi pubblici cosa faranno?».

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