Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/05/2025
Visitatore n. 743.961



Data: 28/09/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
Verso la crisi di governo - Cdm, salta il decreto sull'Iva. Ci sarà aumento dal primo ottobre. Doveva essere rifinanziata anche la cassa integrazione con 330 milioni

MILANO - "In questa condizione non è possibile evitarlo. L'aumento Iva ci sarà". Lo dice il ministro Delrio, al termine della drammatica riunione del consiglio dei ministri. La crisi politico-istituzionale, con le dimissioni firmate dai parlamentari Pdl in relazione alla decadenza di Berlusconi da senatore, ha bloccato tutto. Proprio nel giorno in cui una bozza di intesa era stata raggiunta nel governo.

In sostanza la situazione, tesissima, provocherà l'interruzione dell'attività dell'esecutivo fino alla fiducia, cioè alla prossima settimana. E così, tra le altre cose, si andrà inevitabilmente verso l'aumento dell'Iva già fissato al prossimo primo ottobre.

La bozza. Nella bozza era previsto lo slittamento dell'aumento Iva dal 21% al 22% dal primo ottobre a gennaio. Entro l'anno prossimo, dovevano essere "ridefinite le misure delle aliquote ridotte" dell'Iva "nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime". Nessun aumento, invece, per le sigarette. Doveva anche essere rifinanziata la Cassa integrazione in deroga per il 2013 con un'ulteriore somma di 330 milioni di euro "da ripartirsi tra le regioni".

Daniele Capezzone (Pdl), presidente della commissione Finanze della Camera, era già andato all'attacco del governo: "Non voglio e non posso credere che le coperture trovate dal Governo per rinviare l'aumento Iva siano davvero quelle anticipate. Saremmo al teatro dell'assurdo. Se dopo cinque mesi il governo non è ancora in grado di trovare risparmi per 1 miliardo su una spesa pubblica di 800 allora forse sono davvero venute meno le ragioni che avevano portato alla sua nascita".

LA BOZZA

Le coperture. Le coperture per il mancato rialzo dell'Iva a ottobre dovevano arrivare dall'aumento dell'acconto dell'Ires (al 103%) e dell'Irap per il 2013, oltre che dall'incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, negli ultimi giorni aveva indicato in un miliardo di euro la cifra necessaria per far slittare il provvedimento, inizialmente previsto per giugno. La Bozza prevedeva anche l'integrazione con 120 milioni di euro del fondo di solidarietà comunale istituito per il 2013 per compensare i Comuni del mancato gettito Imu.

Calava, invece, dal 25 al 20% il prelievo per la "definizione agevolata", di fatto una sanatoria, relativa al contenzioso tra lo Stato e i concessionari dei giochi. La norma, che prevedeva anche la possibilità di modifiche alle istanze di definizione entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto, puntava anche a "blindare" l'incasso, dando certezza a chi presenta l'istanza sulla somme dovute che non possono essere inferiori al 20% del danno quantificato nella sentenza di primo grado.

Le reazioni. Erano state quindi accolte, almeno per il momento, le richieste delle associazioni di categoria. L'ultimo a chiedere lo stop all'aumento era stato Carlo Sangalli, questa mattina, a Radio1Rai: "Anche se alcuni indicatori come ad esempio l'export e la fiducia delle famiglie e delle imprese cominciano a dare segnali di risveglio, ancora latitano gli effetti sull'economia reale. Noi confermiamo le stime di marzo con il Pil a -1,7% e i consumi a -2,4%. Bisogna far ripartire la domanda interna e per questo si deve scongiurare il previsto aumento dell'Iva dal 21 al 22%".

Preoccupati invece i consumatori. Secondo il Codacons si tratta di un provvedimento "disastroso" con una staganta, l'anno prossimo, da 275 euro a famiglia, "senza contare gli effetti indiretti sui prezzi al dettaglio, considerati arrotondamenti e aumento dei listini dei prodotti trasportati". Per l'Unione Petrolifera "aumentare il costo dei carburanti è irresponsabile" anche perché come dice l'ad di Eni, Paolo Scaroni, "i consumi sono in continuo calo". Poi l'esplosione della crisi in consiglio dei ministri. Con il decreto che salta sotto i colpi dello scontro.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it