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Data: 29/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, la ricetta dell’ad: più impiegati in strada. Parla Danilo Broggi: «Già tagliati i dirigenti e i loro stipendi»

Tagli al numero dei dirigenti (e ai loro stipendi), meno dipendenti negli uffici e più personale addetto al servizio vero e proprio, risanamento di un’azienda trovata «con un deficit importante, il dissesto finanziario e un’organizzazione non chiara e farraginosa». A Danilo Broggi, amministratore delegato dell’Atac, è stato affidato da due mesi l’arduo compito di rianimare l’azienda.
Lei ha deciso di intervenire sull’azienda partendo dal vertice. Con quali obiettivi?
«Abbiamo deciso di partire dal vertice per dare un segnale di coerenza da cui partire per mettere a punto l’intero progetto. Partiamo dalle figure dirigenziali, per poi arrivare ai quadri aziendali».
In che modo riorganizzerà i vertici di via Prenestina?
«Intanto siamo approdati a un quadro in cui i dirigenti scendono da un’ottantina a una sessantina. E abbiamo anche avviato una ricognizione dei livelli retributivi degli stessi dirigenti, che completeremo nelle prossime settimane».
Abbasserete gli stipendi dei vertici?
«Sì, vogliamo portare le retribuzioni dei dirigenti ai livelli utilizzati per chi ricopre gli ruoli analoghi in altre aziende comparabili all’Atac».
Passata questa prima fase, quali sono le sue priorità?
«Il mandato che ho ricevuto dal sindaco ha due obiettivi fondamentali: il miglioramento del servizio e il riequilibrio dei conti. Ora ci stiamo concentrando sull’attività vera e propria del trasporto per un passaggio fondamentale: ci vuole chiarezza sulle singole responsabilità per il funzionamento della macchina del trasporto».
Una vecchia storia, questa: i disagi per i cittadini restano sempre senza colpevoli.
«Noi vogliamo fare una mini rivoluzione, rivedendo i processi industriali. In primo luogo rimettendo la manutenzione all’interno del servizio, per evitare tutti i problemi del passato. Quindi riducendo gli staff per dare più forza alla macchina industriale».
Quindi sposterà dipendenti dagli uffici alle strade?
«Sì, vogliamo spostare materialmente personale dallo staff alla “line”, con procedure difficili ma che vogliamo portare a termine in modo efficace».
Ci sarà anche una riduzione del numero dei dipendenti?
«Niente affatto. Piuttosto va fatta una seria riflessione per ridurre le attività appaltate all’esterno e riportarle in azienda».
Come pensate di ridurre l’evasione tariffaria?
«La riorganizzazione delle funzioni del personale, che andrà fatta di concerto con il sindacato in un rinnovato ed efficace sistema di relazioni industriali, deve portare anche a miglioramenti nel settore delle verifiche e dei controlli. Su questo fronte attiveremo i dispositivi che la tecnologia ci mette a disposizione, per il controllo ma anche per la vendita: il nostro obiettivo è quello di facilitare la vita dei cittadini che usano il trasporto pubblico».
Rispolvererete il biglietto acquistabile con il telefonino?
«In passato c’è stata una sperimentazione che può esser riproposta. Ma, oltre al pagamento con il cellulare, vogliamo anche creare una tessera per abbonati che sia più facile da utilizzare (e ricaricabile su Internet) e arricchita da altre funzioni».
La situazione finanziaria dell’azienda è migliorata?
«Va detto chiaramente che ho trovato un’azienda con un deficit importante, in dissesto finanziario e con un’organizzazione farraginosa e non chiara. Il nuovo modello organizzativo che stiamo applicando vuole modificare radicalmente questo stato di cose. In modo da consentirci di raggiungere quei risultati in termini di qualità e continuità del servizio che i cittadini si aspettano».
Sono a rischio gli stipendi?
«Il problema degli stipendi sta andando verso una soluzione. Ma di certo abbiamo passato settimane molto difficili a causa della tensione finanziaria, che spesso si ripercuote anche nel rapporto con i fornitori e dunque sul servizio al cliente».

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