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Data: 29/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme no-Tav: proiettili ai sindacati

TORINO «No Tav, No Valico. Alzare il tiro. Pagherete caro, pagherete tutto». Il messaggio identico è diretto ai tre rappresentanti dei sindacati edili piemontesi. Le tre buste bianche, ognuna con il biglietto scritto a computer accompagnato da un proiettile 7.65, sono state intercettate al centro smistamento delle poste di Torino. Imbucate in città con gli indirizzi vergati dalla stessa mano, le buste non riportano però alcun mittente e non sono state rivendicate. Erano dirette ai segretari regionali dei tre sindacati di settore: Piero Donnola (Filca-Cisl), Lucio Reggiori (Fillea-Cgil) e Pierluigi Guerrini (Feneal-Uil). Proprio loro stanno lavorando con la Regione Piemonte su un protocollo di intesa sul Terzo Valico ferroviario, l’alta velocità tra Torino e Genova, e su questo a fine luglio avevano partecipato a un incontro con il governatore Roberto Cota.
«Non sono preoccupato personalmente, mi preoccupa di più il clima che si sta creando» spiega Lucio Reggiori secondo il quale «c’è un progressivo imbarbarimento della situazione e sono preoccupato per il lavoro e i lavoratori». Neanche Piero Donnola si sente spaventato e sottolinea: «Non so cosa possano risolvere le minacce, la linea del No ormai a qualunque opera, grande o piccola, a cosa può portare? Siamo in prima linea per il lavoro e la realtà è che negli ultimi quattro anni l’occupazione nell’edilizia piemontese è calata drasticamente. Il Terzo Valico e la Tav portano lavoro». E non sfugge l’eco di quelle tre parole «alzare il tiro». Una certa assonanza con il testo che hanno scritto dal carcere Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, membri delle cosiddette Nuove Br, in cui esortavano il movimento No Tav a «compiere un altro salto in avanti». Accostamento su cui però gli investigatori sono cauti: «Nessun elemento per ora fa pensare a dei collegamenti». Il movimento No Tav aveva respinto l’invito al mittente, «una provocazione che respingiamo con forza» avevano risposto. E anche il leader Alberto Perino, indagato per istigazione a delinquere, ieri legittimando la pratica dei sabotaggi aveva precisato: «Bloccheremo l’opera ad ogni costo, escluso far male a qualunque essere vivente».
LA TENSIONE

Non si può negare che la tensione si faccia sentire in questa fetta di Piemonte e chi oggi viene raggiunto da nuove minacce non può fare a meno di ricordare quelle di quarant’anni fa: «Il clima in giro non certo è quello degli anni ’70, io in quegli anni c’ero - ricorda Reggiori - ma ci sono molte azioni che sembra vogliano farlo tornare. E questo non bisogna sottovalutarlo». E il sindacalista fa un appello: «All’epoca del terrorismo si prendeva una posizione netta e unitaria quotidianamente. Anche ora serve che la politica e le associazioni riprendano in mano il filo della democrazia».
Solidarietà a lui e ai colleghi arriva da tutto il mondo sindacale. Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale, chiede «lo sforzo di tutti per garantire la democrazia e la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione della Tav». Sforzo che per il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella deve «partire dalle istituzioni» chiedendo che «il vero movimento democratico e di popolo che si oppone all'opera isoli i violenti e faccia scudo esso per primo al primo diritto di ogni lavoratore: lavorare e lavorare in sicurezza e nel rispetto dei contratti».

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