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Data: 03/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
False revisioni ai bus: sequestrati 55 mezzi (33 dell'Arpa). Il gip sospende per due mesi il direttore della Motorizzazione di Teramo I controlli sui mezzi pubblici Arpa e di altre ditte private fatti in 5 minuti

TERAMO Si smarrisce ogni senso delle proporzioni quando si legge che per fare la revisione di un autobus bastavano dieci minuti, a volte anche solo cinque, a fronte dei cinquanta previsti. Ma così è secondo il gip Domenico Canosa che, accogliendo la richiesta del pm Davide Rosati, ha sospeso dalle sue funzioni il direttore della Motorizzazione provinciale Giancarlo Massaro, unico funzionario abilitato alle revisioni di questo genere di mezzi, e disposto il sequestro di 55 pullman, di cui 33 dell’Arpa. La misura interdittiva ha una durata di due mesi e ieri mattina ci hanno pensato gli agenti della polizia stradale a notificarla al dirigente mentre era nel suo ufficio di Villa Tordinia. L’accusa per Massaro è pesante: aver certificato revisioni irregolari, fatte tutte senza l’opacimetro. Uno strumento che, secondo la procura, il codice della strada ritiene indispensabile per il controllo dei fumi di scarico. Il pm contesta sia il falso ideologico sia l’abuso d’ufficio, ma nel suo provvedimento il gip Canosa non ha riconosciuto l’abuso, sostenendo che non è stata ravvisata l’intenzione del dirigente di avvantaggiare l’altra parte, cioè le aziende proprietarie dei bus. Tra queste, oltre all’Arpa, ci sono anche alcune ditte private:tutte, dunque, sono parte lesa. LA DIFESA. Massaro nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, quello che il codice prevede prima che il giudice decida sulla richiesta di misura interdittiva fatta dal sostituto procuratore, si è difeso sostenendo di aver agito legittimamente, rispettando tutte le norme. Sull’utilizzo dell’opacimetro ha ribattuto che l’uso dello strumento non è necessario. Il suo legale, l’avvocato Federica Benguardato, dice dopo la sospensione: «non riteniamo sussistenti i presupposti per l’emanazione di questa misura cautelare applicata dal gip. Valuteremo il da farsi nelle prossime ore». Non è escluso che la difesa possa decidere di ricorrere al Riesame per chiedere l’annullamento del provvedimento. L’INCHIESTA. L’inchiesta della procura, delegata agli agenti della polizia stradale di Teramo diretta da Lara Panella, è scattata tra marzo ed aprile, quando sul tavolo del pm è arrivato l’esposto firmato da un gruppo di cittadini della Cona, dove c’è il deposito Arpa. Una constatazione su tutte: le nuvole di fumo nero originate dal tubo di scappamento degli autobus. Segno, secondo i cittadini, di qualcosa di anomalo nel funzionamento dei mezzi. Da questo sono partite le prime indagini con gli agenti della polizia stradale che per giorni si sono appostati all’ingresso degli uffici della Motorizzazione, a Villa Tordinia. Hanno fotografato e ripreso i mezzi che uscivano revisionati: gli autobus sono stati bloccati dagli agenti e controllati nuovamente. Sono due le presunte omissioni: il mancato utilizzo dell’opacimetro e l’illeggibilità delle targhe. LE INDAGINI DELLA STRADALE. Scrive in una nota la questura, sottolineando l’intensificazione dei controlli sugli autobus in particolare dopo il recente drammatico incidente di Monteforte Irpino con le 36 vittime nell’autobus volato da un viadotto: «a seguito di mirati controlli è emerso che molti mezzi Arpa, che dalle 13.20 alle 13.45 escono dal deposito e si accodano per raggiungere diverse località della provincia, sprigionavano fumi di scarico tali da rendere l’aria irrespirabile. I poliziotti hanno verificato che alcuni di essi circolavano con la targa posteriore illeggibile. Situazioni che hanno ingenerato dubbi sulla regolarità delle revisioni annuali, atteso che targa e i gas di scarico sono elementi essenziali del controllo per il superamento positivo delle revisioni». LA DURATA DI UNA REVISIONE. I poliziotti, sostiene l’accusa, hanno accertato che nella sede della Motorizzazione teramana molti bus venivano revisionati in dieci minuti, a volte anche in cinque, «a fronte», si legge ancora nella nota della questura, «dei normali 45-50 minuti controllando velocemente il solo sistema frenante e non provvedendo alla verifica di tutti gli altri aspetti contemplati dal codice della strada. Addirittura un mezzo revisionato come regolare usciva dalla Motorizzazione con la targa posteriore priva delle caratteristiche rifrangenti e senza alcuna prescrizione annotata sulla carta di circolazione come invece dovuto». Il giudice ha disposto il sequestro delle carte di circolazione di tutti i mezzi per i quali è stata accertata una revisione irregolare. «Perchè», conclude la nota della questura, «ritenere regolare la revisione, e dunque attestare l’efficienza di mezzi destinati al trasporto pubblico o a viaggi o a gite scolastiche significa porre gravemente a rischio la sicurezza dei viaggiatori e degli altri utenti della strada».

Un solo indagato: Giancarlo Massaro originario di Luco

Giancarlo Massaro, 54 anni, è originario di Luco dei Marsi, ma residente a Civitella del Tronto. Ingegnere, è il direttore della Motorizzazione provinciale di Teramo. Ieri mattina era in ufficio quando gli agenti della polizia stradale gli hanno notificato la misura interdittiva firmata dal gip Domenico Canosa, dopo la richiesta del pm Davide Rosati, che prevede una sospensione di sessanta giorni.

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