Gli autobus uscivano dalle officine della Motorizzazione con l’attestazione dell’avvenuta revisione. Peccato che per investigatori ed inquirenti quelle revisioni venissero effettuate in appena cinque, massimo dieci minuti, senza i dovuti controlli dei gas di scarico e delle targhe. Targhe che in molti casi sarebbero risultate addirittura illeggibili. Revisioni fasulle, dunque, almeno secondo Polizia stradale e Procura, e che ieri mattina sono costate al direttore della Motorizzazione civile Giancarlo Massaro la sospensione per due mesi dall’incarico. A firmare il provvedimento interdittivo, su richieste dal pm Davide Rosati, il gip Domenico Canosa che con un secondo provvedimento ha disposto anche il sequestro preventivo di 55 mezzi: 33 autobus dell’Arpa, 2 della ditta Capuani, 1 della ditta Simon Viaggi e 19 mezzi pesanti di altre aziende della provincia. Mezzi che come spiegato dalla stessa polizia stradale, a cui sono state delegate le indagini, resteranno sotto sequestro «fino all’esito positivo della revisione, effettuata alla presenza della polizia giudiziaria e nel pedissequo rispetto dei dettami stabiliti dalla normativa». A far scattare i controlli, alcuni mesi fa, erano state le segnalazioni di alcuni cittadini residenti in via Cavalieri di Vittorio Veneto, dove si trova il deposito dell’Arpa, che denunciavano i cattivi odori legati al costante via vai di mezzi. Circostanze confermate dalla polizia stradale, che avrebbe verificato come molti dei mezzi dell’Arpa che dalle ore 13.20 alle ore 13.45 uscivano dal deposito «oltre a costituire pericolo per la circolazione stradale, sprigionavano fumi di scarico tali da rendere l’aria irrespirabile». Ma non solo. Molti di quegli stessi autobus, infatti, secondo gli agenti presentavano anche la targa posteriore illeggibile e questo nonostante fossero in possesso della relativa revisione. Da qui l’avvio di una serie di indagini che avrebbero permesso di accertare come presso la motorizzazione molti autobus, sia dell’Arpa che di altre autolinee, venissero revisionati in appena cinque, dieci minuti con il solo controllo dei freni. Niente opacimetro per verificare l’emissione dei fumi, dunque, né tantomeno il controllo delle targhe. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati del direttore della motorizzazione civile, al quale la Procura contesta i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico, e la richiesta da parte della Procura del provvedimento interdittivo nei confronti del dirigente e del sequestro dei mezzi incriminati. Richieste accolte dal gip, che però nel provvedimento con cui ha disposto la misura interdittiva nei confronti del direttore della Motorizzazione non avrebbe riconosciuto l’esistenza dell’abuso d’ufficio ma solo quella del falso ideologico. Per il gip, infatti, allo stato non ci sarebbero elementi a conferma della volontà dell’indagato di voler agevolare ingiustamente l’Arpa e le altre autolinee interessate.