Dopo il colpo di scena del Cavaliere di votare la fiducia al governo, si prospetta l'ipotesi di un nuovo gruppo parlamentare. Formigoni: "Si farà anche al Senato". Quagliariello: "Ci sono due classi dirigenti incompatibili". De Girolamo: "Sono e resto nel Pdl". E in serata riunione dei dissidenti con segretario e ministri. All'uscita alcuni esponenti smentiscono scissioni o nuovi gruppi. Annunciata conferenza stampa per le 11. Berlusconi risponde convocando i fedelissimi
ROMA - Verso un altro strappo, nel Pdl. Da una costola del partito potrebbe nascere un nuovo gruppo parlamentare. Ma per tutto il giorno si inseguono annunci e smentite. In serata si diffonde la notizia di un incontro tra Berlusconi e Alfano, referente dell'area dei dissidenti. Notizia poi non confermata. Anzi, a tarda sera arriva quella di una riunione in un palazzo nel centro di Roma dei dissidenti con il segretario Angelino Alfano e i ministri Lupi, Quagliariello e Lorenzin. Alla riunione partecipano anche molti senatori e deputati, tra cui Formigoni, Costa e Augello. Una mossa alla quale il Cavaliere risponde convocando i suoi fedeli. A via del Plebiscito, fino na quel momento vuota, arrivano Raffaele Fitto, Paolo Romani, Mara Carfagna, Renata Polverini e Gregorio Fontana. L'incontro - a quanto si apprende - serve per fare il punto della situazione proprio alla luce della riunione in corso tra i dissidenti.
Fabrizio Cicchitto al termine della riunione con Alfano e gli altri ministri del Pdl ha detto che la nascita di nuovi gruppi è "una questione tutta da vedere, al Senato poi la situazione è tranquilla vista la presidenza di Schifani". Quanto a possibili scissioni, "non abbiamo esaminato questo termine nemmeno lontanamente", replica Cicchitto, "non avremo atteggiamento scissionista ma nemmeno di appiattimento".
Nel corso della riunione di questa sera i ministri del Pdl hanno previsto di fare una conferenza stampa per la mattina, probabilmente a palazzo Chigi, per spiegare le ragioni del dissenso che si è creato all'interno del partito in vista del voto al governo. Si sarebbe deciso anche di mettere a punto un documento politico che verrà reso noto nei prossimi giorni. Ma ricapitoliamo.
A prendere l'iniziativa, alla Camera, è Fabrizio Cicchitto. A Montecitorio viene annunciato un gruppo formato inizialmente da 12 deputati, che poi saliranno a 26. Primo firmatario, proprio l'ex capogruppo Pdl alla Camera. E viene annunciato anche un intervento in aula durante il dibattito sulla fiducia. Laura Boldrini accoglie la richiesta, in deroga al regolamento, come avvenuto per Fratelli d'italia e la componente socialista del gruppo Misto. Per formare un nuovo gruppo, infatti, occorrono almeno 20 deputati. Nell'elenco dei nomi spiccano quelli di Alfano e dei ministri Lupi, Lorenzin e De Girolamo. Anche se quest'ultima smentisce su Twitter e dichiara: "Sono e resto nel gruppo parlamentare Pdl".
Più tardi è Cicchitto a chiarire: "Lorenzin per ora è l'unico ministro del nuovo gruppo". Mentre Daniela Santanché non crede che "qualcuno stia facendo un nuovo gruppo", dopo l'atto di generosità di Berlusconi. Ribadisce la fedeltà al capo: "Voterò la fiducia a Berlusconi, non a Letta". A proposito del 'tradimento' del vicepremier, aggiunge: "Alfano traditore? Perché non lo chiedete a Berlusconi?". E alla domanda se hanno "vinto colombe e perso falchi", la deputata risponde: "Credevo che dovessero vincere gli italiani il tempo è galantuomo e gli italiani ci diranno se questo è il Governo che fa il caso loro. Io sono prima italiana e dopo berlusconiana".
La riunione degli 'alfaniani'. Quanto a Palazzo Madama, Roberto Formigoni annuncia: "Il nuovo gruppo nascerà stasera anche al Senato" e sarà composto "da 25 senatori, ma il numero è destinato a salire". Secondo quanto si è appreso, infatti, stasera alle 21.30, nella sede della Fondazione Magna Carta. I 'dissidenti' pidiellini di Camera e Senato si vedranno per definire una strategia comune e dare il nome ai nuovi gruppi parlamentari degli 'alfaniani'. Sul nome già circolano le prime voci. Potrebbe chiamarsi "Popolo della Libertà per Alfano segretario". Ma qualcuno ha già espresso dubbi, visto che esiste già il gruppo Popolo della Libertà per Berlusconi presidente.
La manifestazione anti-Giunta. Intanto venerdì la manifestazione di protesta davanti alla Giunta del Senato - che dovrà votare sulla decadenza del Cavaliere da senatore - molto probabilmente non si farà. E' forse il fatto più emblematico del clima di incertezza che regna nel Pdl dopo il colpo di scena di Silvio Berlusconi, che ha deciso di votare la fiducia al governo. Di fatto l'ex premier, che uscendo da Palazzo Madama è stato contestato con fischi e insulti, ha ceduto alle pressioni delle colombe e dei ministri contrari alla crisi.
Berlusconi: "Recuperare i dissidenti". Preoccupato dalla spaccatura nel partito, Berlusconi riunisce i deputati del Pdl a Montecitorio senza Angelino Alfano e invita presenti a recuperare i 'dissidenti': "Ora serve unità, proviamo a recuperare chi vuol andar via". Esclude, inoltre, le sue dimissioni da senatore.
Durante la riunione arriva la notizia della mossa di Cicchitto. E ai cronisti che alla Camera gli chiedono un commento sul nuovo gruppo, Berlusconi risponde, ridendo: "Bene...". Ma fonti parlamentari riferiscono che, alla vista dell'elenco dei componenti del nuovo gruppo, l'ex premier avrebbe agitato la mano come a fare un gesto di sufficienza. "E ora che succede?", gli chiedono. "Si lavora", ribatte il Cavaliere.
Subito pronta la contromossa: se, come spiegano diverse fonti pidielline, alla fine il nuovo gruppo formato dai cosiddetti 'scissionisti' non vedrà la luce, l'altra parte del partito, quella che ha sposato senza tentennamenti la linea di Silvio Berlusconi - sia quando voleva sfiduciare Letta che poi, quando ha invece deciso di rivotare la fiducia - prepara una raccolta di firme per il cambio del nome del gruppo alla Camera, che si chiamerà 'Forza Italia - Pdl'. La richiesta del cambio di nome, viene spiegato, è già stata avviata agli uffici della presidenza di Montecitorio, ma l'iniziativa è un modo per fare una sorta di conta interna e evidenziare da che parte stanno i "veri" numeri, riferisce un deputato.
Alfano, rottura non irreparabile. Il vicepremier da parte sua, ritiene che la frattura con il Cavaliere sia "inevitabile", ma non ancora "irreparabile". Ormai la linea è tracciata, sottolinea il vicepremier ai suoi secondo quanto viene riferito, ma il legame affettivo con l'ex premier - viene fatto notare - non può venire meno in questo modo. Perciò il vicepremier potrebbe, secondo le stesse fonti, incontrare Berlusconi questa sera, dopo la riunione con i 'dissidenti'. Non è detto che non si possa ricomporre l'unità del partito e che la rottura sia definitiva. Ma - è il pensiero di Alfano sempre secondo quanto viene riferito - sono necessarie delle garanzie assolute affinchè sia chiaro chi detta la linea e quale sia l'organigramma del partito.
Santanché vs. Alfano. Cicchitto, come annunciato nella conferenza dei capigruppo, è intervenuto in aula alla Camera durante il dibattito sulla fiducia. "Parlo a nome di oltre 20 deputati e degli oltre 20 senatori", ha detto da ormai ex Pdl. Per tutta la durata
del discorso dell'ex capogruppo Pdl, Santanchè ha sottolineato le parole di Cicchitto scuotendo la testa a scandire la sua disapprovazione. E in particolare, quando Cicchitto ha fatto riferimento a una destra del futuro di cui Angelino Alfano sarebbe il 'campione', la deputata Pdl ha portato le mani ai capelli scandendo un "ma come si fa?".