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Data: 03/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
L’aumento dell’Iva non rientrerà. Imu, torna in ballo la seconda rata

ROMA In pochi giorni il decreto legge per l’aggiustamento del deficit, la Cig in deroga, le missioni di pace all’estero e le altre esigenze finanziarie di fine anno, quindi l’intervento sulla seconda rata dell’Imu e poi la legge di stabilità da approvare entro il 15 ottobre. Con la fiducia riprende a pieno regime la politica economica del governo, dopo il brusco alt di venerdì scorso. Nei giorni di turbolenza politica, in assenza di un provvedimento del governo, è però scattato l’aumento dell’Iva e su questo punto, nonostante le richieste che vengono da più parti, non si tornerà indietro. Lo ha confermato lo stesso ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: «Non c’è niente da fare» ha detto ieri in Parlamento ricordando che il passaggio dal 21 al 22 per cento dipende direttamente da precedenti provvedimenti legislativi.
LE VARIABILI POLITICHE
L’imposta sul valore aggiunto piuttosto sarà interessata dalla rimodulazione delle aliquote, il che vuol dire di fatto rivedere sia le attuali esenzioni sia la misura delle aliquote agevolate in vigore (4 e 10 per cento) nonché beni e servizi che sotto di esse ricadono. Sulla carta il riassetto dovrebbe essere neutrale rispetto al gettito garantito dal recentissimo aumento.
Ma ci sarà da affrontare in tempi rapidi anche il capitolo Imu, sebbene la scadenza per il versamento della seconda rata sia fissata a metà dicembre. Nello schema messo a punto a fine agosto era prevista la totale cancellazione anche del saldo per prime case e fabbricati rurali, come richiesto dal Pdl. La formazione di una maggioranza parzialmente diversa potrebbe forse rendere questa richiesta un po’ meno vincolante, ossia aprire la strada ad versamento almeno per le abitazioni di maggior pregio. La copertura teorica per la cancellazione totale è di 2,4 miliardi, altrettanti ne servono per il deficit e le spese da finanziare: per le risorse si guarda sempre alle accise sulla benzina, ai tagli di spesa ed alla vendita straordinaria di immobili.
Certamente poi nella legge di stabilità occorrerà ridisegnare la tassazione degli immobili, inserendola in una più complessiva service tax e lasciando spazio ai Comuni. E sempre a proposito delle amministrazioni locali, il presidente del Consiglio ha confermato l’intenzione di rivedere l’attuale patto di stabilità interno, per fare in modo che dia spazio agli investimenti invece che comprimerli.
LE RISORSE DA TROVARE
La misura chiave del prossimi provvedimento legislativo sarà però la riduzione delle tasse sul lavoro, che avverrà inizialmente in maniera selettiva, con l’obiettivo di favorire le assunzioni. In seguito il taglio del cuneo potrebbe riguardare la generalità dei rapporti di lavoro dipendenti. Per le imprese un po’ di sollievo potrebbe arrivare oltre che dall’alleggerimento dell’Irap in relazione al costo del lavoro anche da sgravi fiscali per la ricerca e da un potenziamento dell’incentivo alla patrimonializzazione (Ace) inserito nell’ordinamento con il decreto salva-Italia.
Le risorse per le esigenze del 2014 e degli anni successivi dovranno essere reperite principalmente con l’azione di spending review, il coordinamento della quale sarà affidato all’attuale direttore del Dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario; ma tornerà di attualità anche il dossier sulle agevolazioni fiscali definito due ani fa: l’obiettivo di riordinarle è fissato anche nella leggee delega di riforma del fisco.

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