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Pescara, 16/05/2025
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04/10/2013
Il Messaggero
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Tagli e lavoro, manovra da 10 miliardi. Prima la stretta sul deficit 2013, con i risparmi dei ministeri |
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ROMA Quasi cinque miliardi da trovare per il 2013 a meno che - come è concretamente possibile - il tema della seconda rata Imu venga rimesso in discussione. E poi una legge di stabilità il cui conto complessivo per il prossimo anno potrebbe avvicinarsi ai 10 miliardi. È impegnativo il percorso che il governo rinfrancato dal voto di fiducia dovrà completare tendenzialmente per la metà di questo mese. Per oggi intanto è previsto un Consiglio dei ministri che però dovrebbe essere in tono minore, vista anche l’assenza del premier Letta: all’ordine del giorno non ci sarà il decreto per la correzione del rapporto deficit/Pil ma probabilmente solo quello sulle missioni di pace all’estero, per finanziare gli ultimi tre mesi dell’anno. La prossima settimana, tra lunedì e mercoledì, potrebbe toccare invece alla blindatura dei conti. Il Tesoro intende riproporre lo schema del provvedimento rimasto in sospeso venerdì scorso per l’esplosione della crisi politica, salvo la parte sull’Iva il cui aumento è ormai scattata. Il grosso delle coperture dovrebbe venire dai tagli ai ministeri (con esclusione di voci sensibili quali istruzione e ricerca) per un importo che potrebbe anche crescere rispetto ai già previsti 415 milioni, e dall’operazione straordinaria di vendita degli immobili che dovrebbe fruttare circa un miliardo. Non è escluso però che questo intervento sia abbinato all’approvazione della legge di stabilità. Invece servirà forse qualche giorno in più per decidere il destino della seconda rata Imu relativa alle abitazioni principali: se l’evoluzione politica interna al centro-destra lo consentirà, il versamento potrebbe non essere cancellato del tutto. Il provvedimento di bilancio avrà alcune linee direttrici. La prima riguarda il lavoro: gli sgravi a imprese e dipendenti potrebbero assorbire almeno 2 miliardi, anche se le richieste delle parti sociali sono maggiori. Poi ci sono i Comuni, ai quali lo Stato assegnerà una sorte di dote, intorno ai 2 miliardi, per gestire la nuova imposta sui servizi mentre dovrebbero essere allentati i vincoli del Patto di stabilità. Infine l’Iva che con l’aliquota ordinaria ormai al 22 per cento sarà oggetto di un riassetto su esenzioni e aliquote agevolate. Le coperture dovrebbero arrivare dalla spending review e dalla revisione delle agevolazioni fiscali. Ancora qualche giorno di lavoro e poi la settimana prossima il governo inizierà a confrontarsi con le parti sociali. Lunedì varcheranno il portone di Palazzo Chigi Cgil Cisl e Uil, poi martedì sarà la volta di Confindustria e mercoledì di Rete Imprese Italia. Calendario alla mano (la legge di Stabilità deve essere presentata entro il 15 ottobre), difficilmente le parti sociali avranno molto tempo a disposizione per esprimere le loro valutazioni. Per questo Susanna Camusso, leader Cgil, non nasconde le sue preoccupazioni relative a eventuali «tentazioni ragioneristiche». PRESSING SINDACALE
Quello che serve all’Italia per tornare a crescere, sindacati e Confindustria lo hanno già messo per iscritto nel ”patto di Genova” inviato al governo circa un mese fa. La priorità è la riduzione delle tasse sul lavoro. Una partita sulla quale nel 2014 il governo - come ha confermato ieri il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell’Aringa - ha intenzione di mettere circa due miliardi euro. Meno della metà di quanto chiesto da Confindustria. «Due miliardi di euro - fa sapere Camusso - non basteranno, ma soprattutto è sbagliato continuare a parlare di cuneo fiscale. È un esperimento che abbiamo già fatto con il Governo Prodi: furono messi più di 5 miliardi ma non ci fu un miglioramento delle condizioni lavorative e non si è creato alcun posto di lavoro in più». Serve un taglio «drastico» dice il numero uno Cisl, Raffaele Bonanni. «Il governo deve cambiare politica economica» avverte Luigi Angeletti, segretario generale Uil. Insomma per i sindacati deve essere chiara una cosa: l’operazione dovrà portare vantaggi evidenti non solo per i conti delle imprese, ma anche nelle busta paga di lavoratori dipendenti e pensionati. Di «riduzione del carico fiscale sui lavoratori» parla anche il sottosegretario al Tesoro, Pierpaolo Baretta. Le ipotesi girano attorno all’introduzione di maggiori detrazioni Irpef, che potrebbero anche essere concentrate in una unica soluzione a metà anno in modo da amplificare l’effetto in busta paga e sui consumi (100 euro tutti insieme, hanno un impatto maggiore che 10 euro al mese). Per quanto riguarda le imprese, invece, si punta a un potenziamento delle deduzioni forfettarie Irap già introdotte con la legge di stabilità dello scorso anno, riduzioni dei contributi Inail per le aziende ”virtuose”, ulteriori incentivi per le assunzioni non solo dei giovani.
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