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Pescara, 16/05/2025
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Data: 05/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Porto, spostare i lavori di 100 metri» Dragaggio, il consiglio comunale chiede al Provveditorato di cambiare il progetto sbagliato. Di Pietrantonio: troppi danni

PESCARA «Chiarimenti sul dragaggio del porto in corso» e «un’immediata modifica del progetto dei lavori». Il giorno dopo la denuncia degli operatori commerciali del porto che hanno parlato di «lavori inutili» perché si sta scavando «nel posto sbagliato e non servirà a far tornare le grandi navi», il consiglio comunale annulla le differenze tra centrodestra e centrosinistra e vota un ordine del giorno presentato dal Pd per ottenere spiegazioni dal provveditorato alle Opere pubbliche. «Dalla visione del progetto dei lavori di dragaggio della darsena commerciale, emerge con evidenza», recita l’ordine del giorno presentato ieri dai consiglieri Enzo Del Vecchio e Paola Marchegiani, «come le preoccupazioni espresse dagli operatori siano fondate e meritevoli di attenzione poiché lo scavo non tiene conto dello spazio di manovra in entrata e uscita di cui le navi abbisognano». Secondo il documento approvato, le dichiarazioni del direttore marittimo Luciano Pozzolano _ «Non conoscevo la planimetria altrimenti avrei chiesto la modifica» _ sono la conferma dei timori degli operatori commerciali e, per questo, esiste l’«assoluta necessità che il Comune eserciti ogni forma di intervento finalizzato a garantire il superamento delle difficoltà legate alla funzionalità del porto e che le risorse impiegate abbiano coerenza funzionale al ripristino delle attività della darsena commerciale». Toccherà al sindaco Pdl Luigi Albore Mascia e alla sua giunta «intervenire direttamente» con il provveditorato alle Opere pubbliche per avere «chiarimenti» e ottenere, se necessario, la modifica dei lavori che, sottolinea l’ordine del giorno, «così come sono non risultano rispondenti alle finalità di rendere operativa e funzionale la darsena». Il Comune, quindi, si schiera per «uno spostamento di almeno cento metri più a nord del cerchio di evoluzione e una escavazione di almeno 6 metri». Il capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio traduce l’ordine del giorno dal burocratese al linguaggio quotidiano: «Questo faticosissimo dragaggio, dopo aver arrecato tanti danni alla marineria, al comercio e al turismo, e dopo tante peripezie, si rivela un errore. È incredibile scoprire adesso che i lavori in corso, costati tanti e troppi milioni di euro, potrebbero rivelarsi inutili. A questo punto», chiede Di Pietrantonio, «qualcuno dovrà pagare i danni perché, finora, a sopportare il peso di una storia incredibile sono stati solo pescatori, armatori e commercianti». Pozzolano ha convocato una riunione per fare il punto della situazione ma resta in agenda l’incontro di Albore Mascia e del vicesindaco Berardino Fiorilli, a Napoli il prossimo 20 ottobre, con i vertici della Snav per riportare a Pescara il catamarano per i collegamenti con la Croazia. «Gli operatori commerciali», dice Di Pietrantonio, «chiedono di arrivare a un fondale di oltre 6 metri per garantire alle compagnie navali le manovre in porto. Ma dopo la pessima figura della chiusura del porto, a livello nazionale nessuno più si fida di Pescara. L’amministrazione comunale dice sempre che non c’entra con il porto è vero il contrario: il Comune deve essere garante che il porto funziona per avviare un programma di collegamenti con la Croazia e anche con la Grecia. Per riguadagnare la fiducia, ci vuole un’amministrazione che prenda impegni e che poi li mantenga: fino a oggi», dice Di Pietrantonio, «tutto questo non c’è stato, anzi, quello che era stato costruito è andato distrutto». Secondo Di Pietrantonio, «Pescara deve ripartire e deve farlo dal porto ma servono lavori adeguati nella darsena e relazioni positive con i protagonisti del turismo».

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