PESCARA E' il momento dei richiami all'unità nel Pdl abruzzese. Ma le polemiche fioccano ancora dopo la toccata e fuga nel mare mosso della crisi di governo. La bufera della giornata di ieri vede al centro dei radar il segretario regionale abruzzese del Pdl Piccone. Le bordate arrivano da Giuliante: «Piccone ha firmato con i lealisti (i falchi, ndr), il cambio di posizione richiede un congresso straordinario per verificare pesi e correnti». L’onorevole celanese smentisce ma non scaccia tutti i dubbi: «Non ho firmato con i lealisti, è falso. Resto con Alfano con cui mi ero schierato? Io resto con il Pdl e lavoro per l’unità».
Di unità parla anche il deputato e vice coordinatore regionale del partito, Fabrizio Di Stefano, che si chiarisce con la senatrice Federica Chiavaroli: «Mi dispiace dover constatare che l'amica Chiavaroli abbia mal interpretato il mio post su facebook, in cui rilevavo che alcuni nostri esponenti si erano affrettati a trasformare i gruppi consiliari del Pdl in Forza Italia, aprendone anche le sedi, e poi erano tornati indietro nell'arco di un battibaleno». Di Stefano precisa infatti che la sua considerazione andava «oltre l'Abruzzo», e non era dunque riferita in modo specifico alla senatrice. Detto questo, il parlamentare del Pdl aggiunge un'altra considerazione: «Vengo da una storia di partito in cui sono abituato a riconoscere e a rispettare tutti i ruoli, a cominciare da quello di Filippo Piccone. E ancor di più riconosco l'autorevolezza del presidente Berlusconi. Ribadisco che c'è una volontà forte che chiede e lavora per l'unità attorno alla figura di Silvio Berlusconi, come ci chiedono milioni di nostri elettori».