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Data: 05/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Piccone: non illudetevi non ci disgregheremo Chiodi il nostro alfiere «Berlusconi resta il leader assoluto ma la guida è Alfano Una Forza Italia estremista non mi interessa»

CELANO Le ore concitate della scissione sì, scissione no le ha vissute fianco a fianco con il ministro Gaetano Quagliariello, collega di partito e amico personale. In contatto con Alfano nei momenti drammatici (politicamente parlando) della presa di distanze da Berlusconi. Oggi il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, è da annoverare tra le colombe in una prospettiva di partito tutta da scoprire, anche se qualcuno (Giuliante ndr) lo addita come uno dei firmatari del gruppo dei 100 di Verdini. Onorevole, ha visto che trambusto? Faccia chiarezza, ma lei con chi sta? «Sto con Berlusconi e con il governo. Un conto sono le dialettiche interne al Pdl, un conto il legame indissolubile con Berlusconi che può passare anche attraverso una diversa visione del quadro politico. Noi ci siamo trovati, come gruppo dirigente alla vigilia della votazione sulla fiducia, in una situazione rispetto alla quale non condividevamo la posizione radicale dei falchi che voleva togliere l'appoggio al governo. Oggi abbiamo bisogno di stabilità per una serie di questioni politiche, economiche, di rapporti con l'Europa. Abbiamo fatto un servizio all'Italia non contro Berlusconi, che non a caso ha votato con noi la fiducia. Di tutto avevamo bisogno meno di una crisi di governo e aggiungo che questa soluzione è utile anche a Berlusconi». Ci racconta come ha vissuto i momenti della contrapposizione dura tra falchi e colombe? «I due gruppi si sono ritrovati su posizioni contrapposte. In quel momento ci siamo riuniti noi più vicini a Quagliariello, Alfano e Lupi e agli altri ministri. Sapevamo che saremmo stati sottoposti a un fuoco di fila rispetto alla nostra posizione, ma ritenevamo che Berlusconi potesse convogliare sulla nostra proposta». Giuliante sostiene che lei avrebbe firmato la lista dei 100 di Verdini. «Non ho firmato la lista perché la genesi della lista è stata anche frutto di un equivoco. Nel momento in cui abbiamo sottoposto il documento di fiducia al governo qualcuno ha pensato che fosse la richiesta alla presidente Boldrini di costituire un nuovo gruppo parlamentare. Altri, a quel punto, si sono affrettati a presentare un altro documento, quello appunto dei 100, ma in realtà la nostra richiesta era pronta solo in caso di sfiducia. Tutto questo non si è verificato e quindi non c'è stato bisogno di dissenso. Credo che Giuliante sbagli. Nessuna polemica con Quagliariello, come sostiene, e nessuna firma insieme a Verdini da parte mia». Potrà essere Alfano la guida di un centrodestra moderato? «Credo che Alfano debba essere la guida di un centrodestra moderato e allargato che faccia riferimento al Partito popolare europeo sulla scia tracciata da Berlusconi». In Abruzzo quali sono oggi gli equilibri? «Non è cambiato niente in Abruzzo, il Pdl rimane il partito di riferimento dell'area, Forza Italia è in itinere, ma certo che se rappresentasse un contenitore estremista del partito noi non ci staremo. Se invece si affermerà un'apertura in termini evolutivi rispetto al Pdl, allora si potrà ragionare. Al primo accenno di confronto qualcuno forse già immagina la possibilità di appropriarsi del partito. Sono sciacalli, noi perseguiamo la linea del partito unito». A primavera si voterà. Chiodi potrebbe rappresentare il punto d'incontro di tutte le anime del centrodestra? «In queste ore si stanno susseguendo incontri a Roma, tra palazzo Grazioli e il partito, in cui si sta discutendo la prospettiva politica. Ebbene, essa si muove in chiave Pdl. Chiodi per me è un candidato inamovibile. Voglio sottolineare che questa nostra battaglia politica è stata fatta con grande senso di responsabilità anteponendo gli interessi del Paese rispetto a quelli spiccioli, a testa alta. Tutti tremavano al solo pensiero che l'Italia sarebbe potuta ripiombare in una posizione di commissariamento da parte dell'Ue». Sarà ancora il coordinatore regionale del Pdl? «Fino a quando il segretario nazionale Alfano mi confermerà la fiducia io rimarrò al mio posto anche se non sono ancorato alla poltrona. A tutti i gruppi dirigenti abruzzesi rivolgo un appello affinché non si facciano trascinare in questa rappresentazione conflittuale da parte di una certa stampa più vicina a noi (Il Giornale e Libero ndr), ma mettano al centro l'interesse dell'Abruzzo. Lo dico a tutti gli iscritti del Pdl: pensiamo a lavorare alla ricandidatura di Chiodi nell'interesse dell'Abruzzo. Così come abbiamo fatto noi parlamentari a Roma»

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