MILANO Il futuro di Alitalia resta appeso ad un filo con Air France che rassicura e butta acqua sul fuoco sui rumors di un piano con condizioni “lacrime e sangue”. Mentre il tempo stringe con il cda che è tornato a riunirsi e si è già riconvocato per martedì 8 ottobre. Il giorno prima (lunedì) si terra un nuovo e fondamentale incontro a Palazzo Chigi in cui, con compagnia e creditori, il governo cercherà di trovare la quadra e allontanare il rischio default. La vigilia del board a Milano, che ha analizzato - anche alla luce dei recenti incontri con il premier Letta - l'avanzamento dei lavori relativi alla manovra finanziaria (approvata dal consiglio di fine settembre) e necessaria a sostenere il nuovo piano industriale 2013-2016, è stata segnata dalle indiscrezioni di stampa su possibili 4.000 esuberi e di un ridimensionamento dell'hub di Fiumicino. «Tali informazioni sono totalmente errate», è stato il commento di fonti vicine alla compagnia franco-olandese. Che poi hanno rilanciato: se Alitalia diventerà uno dei 3 grandi marchi del gruppo, «nessuno di essi sarà penalizzato». E ancora sulle ipotesi di maggiore integrazione: Air France-KLM, è il ragionamento, «potrebbe alimentare i voli a lungo raggio di Alitalia e viceversa». Le tappe sono comunque serrate e la prossima settimana si preannuncia cruciale anche in vista dell'assemblea del 14 ottobre che dovrà varare l'aumento di capitale (100 milioni più 55 milioni di convertibile).