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Pescara, 16/05/2025
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Data: 06/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La riforma del trasporto locale in Abruzzo - Trasporti, la riforma s’è arenata. Morra: «Ho fatto il massimo ma non ho raccolto il massimo» Per Cgil e Costantini è un fallimento

PESCARA In principio furono i dibattiti e le prese di posizione su vantaggi e pericoli dei processi di fusione. Poi, sulle diatribe politiche sembrò prevalere la consapevolezza che il progetto di riforma e la creazione di un'azienda unica di trasporto regionale, attraverso l'aggregazione di Arpa, Gtm e Sangritana, fosse un percorso obbligato per rimettere in sesto i conti di un comparto che rappresenta la terza voce di spesa nel bilancio, dopo sanità e interessi sul debito. Ma l'apparente unità di vedute delle parti in causa si è man mano infranta sul piano della realtà. Così, a pochi mesi dalla fine della legislatura, l'annunciata rivoluzione nei trasporti rischia di rimanere una dichiarazione di intenti.
URGENZA
«Siamo in attesa di fissare l'incontro con i sindacati per discutere sul patto di produttività -spiega l'assessore regionale Giandonato Morra- Ora, però, la vera urgenza è la riprogrammazione dei servizi, che entro il 26 ottobre la Regione deve presentare al Governo, pena i tagli nei fondi e il commissariamento». Lo slittamento dei tempi nell'iter di attuazione della riforma per Morra sono imputabili, più che ai veti incrociati della politica, agli innumerevoli cambiamenti nelle normative, nelle quali sono rimasti impigliati dirigenti e funzionari regionali. «Ho fatto il massimo ma non ho raccolto il massimo», sottolinea l'assessore, che ricorre alla metafora del mare in tempesta per spiegare il clima nel quale si è trovato ad operare. Tra tante spine, non manca qualche petalo di rosa, come la decisione della giunta di riconfermare 184 milioni di euro per il fondo trasporti, evitando qualsiasi taglio. «Ci attende una fase di lavoro tecnica -annuncia- per definire la riorganizzazione del personale, una volta avvenuta la fusione».
A tanto ottimismo fa da contraltare la preoccupazione dei sindacati, scettici sul felice esito della riforma. Colpa dei 42 milioni di debito che gravano sull'Arpa, di cui 19, frutto dei crediti ancora da esigere dalla Regione. «Come si può pensare -spiega Franco Rolandi della Cgil- che l'Arpa, in passivo, possa inglobare la Gtm, che invece ha i conti in ordine, e poi la Sangritana, rispettando così le due fasi delineate nel progetto di riorganizzazione? La verità è che il carrozzone dei cda e la spartizione dei posti nelle singole aziende fa comodo a tutti».
IL PESO DEI PRIVATI
Di fallimento non esita a parlare neppure il consigliere regionale Carlo Costantini, per il quale «dietro le mancate scelte di Chiodi e l'attendismo nel quale si trincera ci sarebbe solo la forte opposizione degli operatori privati», che legherebbero a sé in un abbraccio paralizzante le intenzioni del Governatore. A scapito dei cittadini, destinatari finali dei brutti giochi della politica.

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