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Data: 08/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Taglio delle tasse sul lavoro, sindacati delusi: «Solo intenzioni». Il premier conferma a Cgil, Cisl e Uil la volontà di ridurre il cuneo fiscale con la legge di stabilità, ma non fornisce cifre

ROMA Nessuna cifra, nessun dettaglio sulle misure specifiche. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti escono dall’incontro con il premier a Palazzo Chigi con la delusione stampata in faccia. «A nove giorni dal varo della legge di stabilità, ci aspettavamo di più» ammette il numero uno della Cgil. Non che Enrico Letta, durante le due ore di vertice a quattro (non c’erano ministri), non abbia dato alcuna rassicurazione. Anzi. Gli stessi sindacalisti lo riconoscono: «Il presidente del Consiglio ha detto che è fortemente interessato ad aprire la discussione fiscale nella legge di stabilità, che per noi è la questione cruciale: ridurre le tasse su lavoratori, pensionati e imprese che investono» riferisce Raffaele Bonanni. Ma il nodo delle risorse a disposizione è ancora tutto da sciogliere. E non è certo un elemento di poco conto. «La strada è in salita» sintetizza Luigi Angeletti. Che aggiunge: «Percepiamo una certa vaghezza nel reperire le risorse che per noi rappresentano il minimo indispensabile. Non siamo interessati a operazioni simboliche». E così la Camusso: «In assenza di cifre e di proposte concrete si tratta solo di intenzioni. Tutto quello che abbiamo letto sui giornali non esiste: siamo di fronte a una pagina bianca». Detto ciò i sindacati lasciano una porta aperta, in attesa di nuovi incontri a breve. E per ora la parola ”mobilitazione” viene riposta in un cassetto.
Insomma, il lavoro è ancora agli inizi. Come commenta lo stesso premier a fine incontro, adesso occorre procedere «a rimi forzati». Letta comunque ci tiene anche a far sapere che per lui l’incontro con i sindacati è stato «positivo». E conferma: la riduzione del costo del lavoro sarà al «centro della legge di stabilità». Un messaggio inviato anche a Confindustria (che sarà ricevuta oggi a Palazzo Chigi), il cui leader Giorgio Squinzi ieri ha ricordato come la legge di stabilità sarà «la partita per il prossimo futuro, è il big match».
DUE BINARI PARALLELI

Una cosa è certa: il percorso del governo verso la riduzione del cuneo fiscale si muoverà su due binari paralleli, da una parte più soldi nella busta paga di lavoratori e pensionati, dall’altra meno tasse sul costo del lavoro per le imprese. Si studia una divisione fifty-fifty dei benefici e delle risorse. Per quanto riguarda lavoratori dipendenti e pensionati ha sempre più chance il meccanismo che, a partire dal 2014, concentrerebbe l’effetto delle maggiori detrazioni Irpef in una sola tranche (per non disperderne l’effetto), probabilmente erogata a metà anno. «Dobbiamo trovare una soluzione che venga percepita come importante dai lavoratori e che sia tale da produrre incremento dei consumi, anche primari» spiegava in mattinata il sottosegretario al Tesoro, Pier Paolo Baretta. Si tratterebbe comunque di un intervento strutturale e permanente. L’entità del bonus (tra 120 e 250 euro) dipenderà non solo dalle risorse che il governo riuscirà a mettere in campo, anche dalla platea che potrebbe includere solo le fasce di reddito medio basse. L’altra metà della torta andrà alle aziende, essenzialmente sotto forma di tagli all’Irap e ai contribuiti Inail per le più virtuose.
LA DIMENSIONE DELLA TORTA

Alcune indiscrezioni indicano 4-5 miliardi, ma la cifra - come abbiamo visto - non è confermata. E ieri tra l’altro fonti del Tesoro e del Welfare tenevano a precisare che «la manovra va vista nella sua interezza». Quindi non tutto al taglio del cuneo, probabilmente all’interno di questa cifra rientreranno anche gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato che, pure, il governo ha intenzione di inserire nella legge di bilancio. Gli industriali, intanto, già mettono le mani avanti e avvertono: 4-5 miliardi potrebbero non essere sufficienti a dare quello slancio necessario ad agganciare la ripresa. «Se fossero 8-10 miliardi - fa sapere Squinzi - sarebbe meglio». A viale dell’Astronomia sono convinti: lavorando bene sulla spending review la cosa è fattibile.

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