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Data: 08/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pd: ritorni l’Imu per le case di lusso. L’emendamento sarà votato oggi, “no” del Pdl. Letta incontra i sindacati: ritmi forzati per il taglio delle tasse sul lavoro

ROMA Oggi le commissioni Bilancio e Finanze della Camera voteranno alcuni emendamenti chiave al decreto legge sull’Imu. Il più rilevante - ripescato ieri dopo essere incappato nella tagliola dell’inammissibilità - è quello presentato dal Pd che fa pagare la prima rata dell’imu alle case di lusso. Ieri c’è anche stato il primo confronto tra governo e sindacati sulla legge di stabilità e in particolare sull’annunciato taglio al cuneo fiscale. Incontro definito «positivo» da Enrico Letta secondo cui ora si procederà a “ritmi forzati” assicurando che la riduzione del carico fiscale sul lavoro sarà al centro della legge di stabilità con un mix di misure a vantaggio di lavoratori e imprese. Delusi invece i sindacati perché dal governo non sono ancora state fatte cifre precise. L’Imu dei ricchi. L’emendamento del Pd (primo firmatario il reggiano Maino Marchi)sarà votato stamane dalle commisioni Finanze e Bilancio ed era stato escluso in prima istanza per «estraneità di materia» perché utilizzava le risorse riasparmiate dall’Imu per riabbassare l’aliquota Iva dal 22 al 21%. I presidenti delle due commissioni, Capezzone e Boccia, hanno dichiarato inammissibile solo la parte che riguarda l’Iva e riammesso il comma sull’Imu. La proposta prevede che non siano esentate dal pagamento le case con rendita catastale oltre i 750 euro, cosiddette di lusso. Il Pdl con Capezzone bolla l’emendamento come «autolesionismo». Anche Francesco Boccia, esponente lettiano e presidente della commissione Bilancio ha sottolineato che «le case di lusso l’Imu la pagano già» e ha parlato di «pasticcio» perché i Comuni dovrebbero restituire, cambiando la base imponibile, quanto già ricevuto. Il suo compagno di partito Marchi gli ribatte che se il governo darà «risposte soddisfacenti» potrebbe «procedere al ritiro o riformulazione dell’emendamento». Tra le proposte ce ne sono altre due rilevanti. Una è ancora del Pd che prevede un aumento dell’aliquota applicata agli immobili di banche e assicurazioni dal 7,6% all’8,6%. La seconda è dei montiani di Scelta civica che sostituisce l’abrogazione della prima rata per tutti rimodulandola con il raddoppio delle detrazioni che, senza bisogno di coperture aggiuntive, esclude l’Imu anche per la seconda rata a circa il 70% dei proprietari, rimettendo però l’imposta per il restante 30%. Con sconti da 200 a 300 euro rispetto al 2012. Sette giorni al governo. Susanna Camusso già entrando con Angeletti e Bonanni a Palazzo Chigi per l’incontro convocato dal premier Letta, ha usato parole dure. «Immaginiamo che il presidente del Consiglio ci dica qual è l’ipotesi su cui si sta muovendo il governo - ha detto la leader della Cgil - ci dicano che intendono fare per garantire una destinazione fiscale significativa a lavoratori, pensionati, imprese e le scelte di politica industriale». Camusso ha concluso che «se non ci sono risposte in questa direzione reagiremo». All’uscita dall’incontro, Bonanni ha detto però che «numeri non se ne sono fatti». E che, nonostante l’interesse mostrato da Letta ad aprire una discussione sul fisco per tagliare le tasse sul lavoro «ci sono problemi di risorse. Più secca Camusso: «In assenza di cifre - avverte - si tratta solo di intenzioni. Siamo di fronte a una pagina bianca». Cuneo fiscale al centro delle attenzioni anche di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Le ipotesi del governo di destinare solo 4-5 miliardi per la sua riduzione sono insufficienti: «Se ci fossero 8-10 miliardi sarebbe meglio. Con un minimo di spending review si possono recuperare». Fisco e lavoro. L’incontro con i sindacati e quelli che seguiranno con le imprese puntano a definire gli elementi più significativi della legge di stabilità. La data del 15 ottobre è dietro l’angolo. Punti centrali oltre al taglio del cuneo fiscale, per abbassare le tasse sul lavoro, il capitolo degli incentivi alle imprese con meno imposte per chi aumenta il capitale sociale. La questione dell’Iva, dopo l’aumento dell’aliquota al 22%, dovrebbe articolarsi con una revisione dei panieri. L’aumento dell’Iva porterà entro l’anno a far incassare all’erario 4 miliardi. Letta punta inoltre a un riassetto dei bonus fiscali che potrebbero essere tagliati nella legge di stabilità. Potrebbe essere rivisto il bonus del 19% sulle spese sanitarie. Massima incertezza sulla service tax: il governo sta decidendo che cosa fare per coprire il saldo dell’Imu in scadenza il 16 dicembre. E’ caccia a 2,4 miliardi. Con la nuova service tax dovranno essere garantite le stesse entrate tributarie ai Comuni, ora senza Imu.

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