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Pescara, 16/05/2025
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Data: 08/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Fondi per i cantieri fumata nera da Roma. Il sindaco Cialente incontra il governo: «Non sanno dove prendere i soldi» Più ottimista l’assessore alla Ricostruzione Di Stefano: «Confronto positivo»

L’AQUILA «Per rispettare il cronoprogramma della ricostruzione abbiamo necessità di 700 milioni di euro l’anno in tre anni. Una cifra che garantirebbe il rispetto della tempistica e l’avvio dei lavori in centro storico. Diversamente, L’Aquila non sarà ricostruita prima di dieci o quindici anni». Alla determinazione del sindaco Massimo Cialente, che ieri è tornato a bussare alla porta del governo per ottenere i fondi necessari alla partenza dei lavori, ha fatto eco una situazione di incertezza assoluta. Tanto che lo stesso sindaco ha definito l’incontro romano «interlocutorio», invitando gli aquilani «a tenere alta la guardia». Più ottimista l’assessore alla Ricostruzione Pietro DiStefano. «È stato un incontro positivo sia per le questioni a lungo termine che per quelle immediate. Il governo ha mostrato la volontà di finanziare la ricostruzione con l’inserimento di punti fissi che saranno inseriti. Ci rivedremo nei prossimi giorni». Ma per Cialente, invece, «il governo non sa dove reperire le risorse necessarie alla ricostruzione. Dobbiamo stare in campana: se i soldi necessari non verranno inseriti nella legge di Stabilità, non avremo alcuna possibilità di avviare la ricostruzione del centro storico. Non è chiaro quanti fondi ci siano a disposizione, nonostante la rassicurazioni di Trigilia. Per quest’anno abbiamo sul piatto i 200 milioni di euro previsti, ma la nostra richiesta è di poter impegnare almeno altri 500 milioni di euro su un miliardo e 200 milioni totali per coprire gli interventi programmati per il 2014». Questa la richiesta girata al governo che, tuttavia, ha saputo fornire ben poche certezze. «Poter impegnare 700 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni», spiega il sindaco, «significa garantire il rispetto del cronoprogramma e restituire, almeno in parte, il centro storico agli aquilani. Ho già detto ai giovani che a primavera riavranno i portici del Liceo Scientifico e la scalinata di San Bernardino. Certo, in mancanza di soldi non posso fare miracoli. Un conto è dire ai ragazzi aquilani che entro tre anni potranno tornare a ripopolare gli spazi del centro storico che frequentavano prima del sisma, altra cosa è continuare a centellinare le risorse, senza certezza alcuna. Se i fondi necessari alla ricostruzione non verranno inseriti nella legge di Stabilità, per ricostruire L’Aquila serviranno almeno dieci anni». Cialente continua a premere anche sull’Ue: «Ho detto chiaramente al governo di sollecitare l’Ue perché almeno una parte dei soldi destinati alla ricostruzione vengano tirati fuori dal patto di stabilità. Ma in una situazione così fluida è necessario stare in campana per evitare che L’Aquila resti senza finanziamenti». Una rassicurazione, seppure parziale, è arrivata dal sottosegretario del ministero per lo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, che ieri è intervenuto a un convegno organizzato nell’ambito del Festival dell’acqua. «L’Aquila», ha dichiarato De Vincenti, «troverà sistemazione all’interno della legge di Stabilità, anche alla luce delle norme che abbiamo varato, tra cui quelle di giugno scorso, con il decreto Emergenze Ambientali. La legge di Stabilità, che sarà presentata in parlamento il 15 ottobre», ha assicurato De Vincenti, «dovrà prevedere l’inclusione dei fondi da destinare alla ricostruzione. Il sindaco ha un ruolo centrale, lo supporteremo in tutti i modi».

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