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Pescara, 16/05/2025
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Data: 08/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Pdl nella tempesta, Berlusconi media. L’idea del congresso lanciata da Fitto non sfonda. Le “colombe” propongono ad Alfano un documento politico

ROMA Nel centrodestra non c’è pace. I dati degli ultimi sondaggi hanno tolto il sonno a Silvio Berlusconi. Se iXè per Rai Tre, dà il Pd al 28,5% e il Pdl al 24,1, Demos per Repubblica accredita addirittura il Pd del 32% lasciando il Pdl al 20%. E il Cavaliere ora teme la polverizzazione del suo partito e prova a scongiurare il congresso straordinario invocato da Raffaele Fitto. Ipotesi contro la quale si battono le colombe che ieri hanno fatto arrivare ad Angelino Alfano una richiesta precisa: lavorare ad un documento politico che abbia come riferimento il Cavaliere ma assicuri «lealtà» al governo Letta. Il più preoccupato è Fabrizio Cicchitto. «Fitto vuole trasformare il Pdl in un ring» dice in una intervista al Corriere della Sera il presidente della commissione Esteri della Camera, che fa capire come il Cavaliere sia ormai fuori gioco e punta tutte le sue carte sul vicepremier: «A causa dell’uso politico della giustizia, Berlusconi non è più candidabile. Chiaro che il futuro è rappresentato da Angelino Alfano. Quindi bisogna realizzare una combinazione fra Berlusconi e Alfano». La frattura nel Pdl non sembra facilmente ricomponibile anche perché a seguire Fitto sono i falchi come Capezzone e Bondi ai quali ieri si è aggiunta Renata Polverini. «Abbiamo chiesto un congresso perché la nuova classe dirigente deve passare per il merito e il consenso» spiega l’ex governatrice del Lazio che definisce inaccettabili le condizioni poste da Gaetano Quagliariello per non dividersi: «Lui vuole un partito fatto dagli alfaniani e che lasci fuori tutti gli altri. Se così sarà, ne trarremo le conseguenze...». A chiedere che si apra una riflessione «profonda» nel partito sono anche l’ex ministro Mariastella Gelmini e la senatrice Elisabetta Alberti Casellati. Il “superfalco” Sandro Bondi continua invece la sua personale battaglia contro il vicepremier, invoca la discesa in campo di Marina Berlusconi e nega di puntare alla conta interna: «Fin d’ora posso dire che il mio impegno va solo nella direzione di una rinnovata unità del partito ma mai, mai, sull’onda di un’operazione che sacrifichi la nostra storia e calpesti la libertà e la dignità del presidente Berlusconi». E se Renato Schifani davanti alla telecamere di Porta a Porta prova a mediare, mette in guardia gli scissionisti da una possibile «fuga» dell’elettorato, ricorda che sull’Imu «non si potranno formare maggioranze trasversali» e assicura che Berlusconi «rimane il leader del centrodestra», Beatrice Lorenzin, propone un altro film. «Il leader del centrodestra, oggi, è Angelino Alfano» affonda il ministro della Salute, che bacchetta Enrico Letta per i suoi giudizi sul Cavaliere e si dice contraria a un congresso nel Pdl per sciogliere il nodo della leadership: «Si rischierebbe un logoramento come quello del Pd». A definire «inopportuna» e «profondamente sbagliata» la proposta di Fitto è anche Roberto Formigoni, che salta subito sul carro di Angelino: «La linea politica è quella della fiducia al governo di larghe intese. Ha vinto Alfano e la sua leadership. Così fino al 2015...». Quanto agli ex An, Maurizio Gasparri invita i big del suo partito a «trovare una sintesi» e detta 5 condizioni per raggiungere questo obiettivo mentre Altero Matteoli prova a tenere il piede in due staffe: «Condivido la risposta di Alfano ad Epifani ma a Cicchitto dico che sbaglia quando dice no al congresso». Easattamente il contrario di quel che pensa Paolo Romani: «Per arrivare al congresso che chiede Fitto ci vuole almeno un anno e azzerare le cariche nel frattempo è impossibile». La giornata si chiude con Renato Brunetta che su pressione delle “colombe” rischia di perdere la poltrona di capogruppo alla Camera e quindi prova a non scontentare nessuno: «Con Berlusconi e con Alfano, dalla parte del Paese...».

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