Su Alitalia si avvicina lo spettro default. È questione di pochi, pochissimi giorni, e se non si trova l'aiuto di un partner pubblico, la situazione è destinata a precipitare. È questo lo scenario allarmante riferito dai sindacati dopo l'incontro con l'amministratore delegato della compagnia Gabriele Del Torchio, che ha anche confermato che si sta lavorando ad una manovra da 500 milioni, di cui 300 milioni in aumento di capitale e 200 in linee di credito. Intanto oggi torna a riunirsi il cda, mentre il governo continua a lavorare alla ricerca del socio pubblico. Prende quota l'ipotesi Fintecna, che sembra la via più facile da attuare considerati i tempi strettissimi. Ma anche le Ferrovie restano in pista: dall'ad Mauro Moretti, che l’altro ieri è stato a Palazzo Chigi, è arrivata ieri un'apertura puntualizzando però come le possibilità del Gruppo siano limitate. La situazione della compagnia presentata ai sindacati dal capoazienda è «drammatica»: «Siamo all'emergenza, alla necessità di sopravvivere. Incombe il rischio di discontinuità aziendale e Alitalia sta cercando disperatamente un aiuto prima di precipitare», riferisce Franco Nasso (Filt Cgil) al termine dell'incontro, avvertendo che c'è il rischio di default entro pochissimi giorni. L'appello unanime dei sindacati è rivolto al governo, perché si trovi al più presto il soggetto pubblico. E soprattutto perché si scongiuri il ricorso al commissariamento, cioè alla legge Marzano, che significherebbe la «distruzione dell'azienda». Uno scenario che sarebbe «ingestibile», sostiene Giovanni Luciano (Fit Cisl), sottolineando che la situazione è «sempre più preoccupante».