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Data: 10/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Nella legge di stabilità spunta il reddito minimo. Camusso: no a interventi a pioggia. Confindustria: più risorse per il cuneo fiscale. Continua la battaglia sull’Imu: Scelta civica riproporrà la tassa sulle case di lusso

ROMA Un cantiere pieno di sorprese, quello sulla legge di stabilità, ancora lontano dal raggiungere una meta precisa. Ieri il confronto tra governo e parti sociali si è arricchito di un nuovo elemento, oltre quello del cuneo fiscale. Il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, ha toccato il punto molto delicato delle cinque milioni di persone «in povertà assoluta»: «L'Italia resta uno dei pochissimi paesi in Europa privi di sostegno per queste persone - ha detto il ministro che ha ribadito che è intenzione del governo trovare risorse nella legge di stabilità per dotare il Paese di questo strumento «per l'inclusione attiva». Il sostegno dovrebbe essere dato, ha spiegato, a fronte di ricerca attiva di lavoro e di cura dei minori. Il Paese, ha detto Giovannini, destina risorse prevalentemente alla popolazione anziana e ai disabili mentre c'è un «gravissimo problema» di povertà dei minori. Il confronto è ancora in corso tra i ministri e c'è un braccio di ferro con le parti sociali ben evidenziato dalle parole scelte dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso che si è detta nettamente contraria alla «distribuzione di incentivi a pioggia» perché favorevoli «ad un unico incentivo: concentrare le risorse sulla restituzione fiscale ai redditi da lavoro dipendente e ai pensionati». Il leader della Cgil ha anche chiesto lo scorporo della componente lavoro dell'Irap: «Il governo faccia una scelta» con «investimenti sulla banda larga e credito d'imposta per chi fa innovazione». Dal canto suo la Cisl chiede, invece, di «abbattere di almeno una metà le tasse per chi investe o reinveste nella propria attività gli utili». Secondo Raffaele Bonanni, è ora di dire «basta dare soldi ai portoghesi, a chi evade, o a chi chiude le aziende e scappa all'estero - sottolinea il numero uno della Cisl in una nota - le tasse vanno tagliate a chi assume e fa investimenti. È una misura che ha un costo zero per lo Stato perché si autofinanzia proprio con la maggiore occupazione. La ragioneria dello stato deve capire che se nessuno investe in Italia, non ci saranno nemmeno entrate fiscali. È una battaglia di tutto il sindacato e credo che anche Confindustria sia d'accordo con questa prospettiva». Le parti sociali fanno un pressing altissimo nei confronti del governo sapendo che il nodo della copertura è quello cruciale: «Se le risorse stanziate per il taglio del cuneo fiscale saranno la metà di quelle chieste da noi di Confindustria, che abbiamo indicato 10 miliardi, l'effetto sulla crescita sarà molto ridotto», ha sottolineato il presidente dei giovani di Confindustria Jacopo Morelli. «Di piccoli aggiustamenti, di interventi a cacciavite sul lavoro e sul costo del lavoro non ce ne facciamo niente - ha aggiunto - Le risorse si trovano soprattutto per una questione di volontà politica, perché queste sono scelte prima di ordine politico e poi di ordine contabile». Morelli fa l'esempio della P.a.: «Pensiamo alla Pubblica amministrazione: su un bilancio di spesa di 800 miliardi, 600 sono spese di natura incomprimibile, ma i restanti 200 sono spese sugli acquisti che la Pubblica Amministrazione fa. Ogni punto che si risparmia su queste spese equivale a un miliardo di risparmio. Considerando che le imprese in questi anni per restare competitive hanno operato tagli del 30%, perchè non si dovrebbero trovare le risorse?». Dal governo ieri poche risposte tutte ancora concentrate sull'Imu che ha tenuto banco con l'approvazione da parte delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera del decreto che passa all'Aula, che inizierà l'esame giovedì pomeriggio. Scelta Civica riproporrà gli emendamenti che farebbero pagare la rata di giugno ai ceti alti. Ma il vice presidente del consiglio è stato in proposito molto netto: «Siamo quelli che hanno impedito l'aumento dell'Imu e su questa strada riteniamo che non si debba tornare indietro», ha detto Alfano. Intanto il pressing internazionale continua: «Se l'Imu sarà abolita dovrà essere compensata da altre entrate o tagli alla spesa», ha detto Michael Keen, del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ricordando come il Fondo sia a favore di un tassa sulla prima casa.

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