ROMA A dicembre il saldo dell’Imu non si pagherà, garantisce il ministro Zanonato. Ma per il 2014 la nuova service tax potrebbe contenere in sé una parte della vecchia imposta sulle abitazioni principali, sotto forma di componente patrimoniale: dunque i proprietari, o almeno una parte di essi, sarebbero chiamati a pagare due volte. È questa la fisionomia del nuovo tributo che il governo sta per inserire nella legge di stabilità. Il provvedimento, atteso per martedì 15, dovrebbe avviare anche il ridisegno delle aliquote Iva: in questo contesto si sta valutando anche l’introduzione di una nuova aliquota del 7-8 per cento, intermedia tra quelle del 4 e del 10.
GLI INTERVENTI
La legge di stabilità sarà accompagnata da un decreto legge che conterrà alcune delle misure non incluse in quello approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri e finalizzato alla riduzione del rapporto deficit/Pil: a partire da un’ulteriore tranche di finanziamento per gli ammortizzatori sociali in deroga. Quanto alla manovra per il 2014 e gli anni successivi, lo schema è abbastanza delineato ma resta da verificare il punto chiave del valore finanziario complessivo, che tendenzialmente supera i 10 miliardi.
L’intervento più atteso è probabilmente quello sul cuneo fiscale, al quale dovrebbero essere destinati 5 miliardi, da dividere più o meno in parti uguali tra le imprese e i dipendenti. Gli strumenti individuati sono per quanto riguarda le aziende sono i premi Inail e l’Irap, mentre per i lavoratori si guarda sia all’Irpef sia alla riduzione dei contributi previdenziali. Si tratta in realtà di due impostazioni piuttosto diverse. Nel primo caso lo sgravio sarebbe generalizzato, attraverso un aumento della specifica detrazione, i cui effetti andrebbero però concentrati sotto forma di una tantum ad esempio a giugno; nel secondo verrebbe preferito un approccio selettivo finalizzato a favorire le assunzioni, in continuità con le misure già decise quest’anno.
Un altro grande capitolo è quello che tocca i rapporti con gli enti locali ed in particolare con i Comuni. C’è innanzitutto da disegnare la nuova imposta sui servizi destinata a sostituire l’Imu sulle abitazioni principali, che secondo quanto precisato ieri dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato non sarà dovuta dagli italiani nemmeno per quel che riguarda la seconda rata.
LA TASSA DI SERVIZIO
Del vecchio tributo potrebbe però restare qualche traccia nella service tax. Lo ha spiegato ieri ai rappresentanti dei Comuni il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, nel corso della prima conferenza permanente per il coordinamento della Finanza pubblica che si è tenuta presso il ministero per gli Affari Regionali. Il sottosegretario, che già nei giorni scorsi aveva affrontato il tema in Parlamento, ha parlato di una componente patrimoniale della service tax che verrebbe posta a carico dei proprietari insieme a quella sui servizi, mentre gli inquilini pagherebbero solo quest’ultima. A fine agosto invece il governo pareva aver optato per un tributo interamente giustificato dalla fruizione dei servizi comunali, sia quelli legati ai rifiuti sia quelli indistinti; anche se relativamente a questi ultimi la quantificazione poteva tener conto di elementi quali le rendite catastali.
Sull’Iva invece un gruppo di lavoro sta studiando una possibile revisione dell’attuale struttura. Tra le varie ipotesi c’è anche quella di una quarta aliquota intermedia tra quelle del 4 e del 10 per cento, intorno al 7-8, che potrebbe assorbire una parte dei beni e servizi che oggi si trovano a questi due livelli di tassazione. L’aliquota del 4 per cento è quella attualmente riservata ai beni alimentari di primissima necessità ma anche a libri e giornali.