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Pescara, 16/05/2025
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Data: 11/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Province, è di nuovo caos. Un emendamento riapre la questione e il M5S va all’attacco

PESCARA L'emendamento, quasi nascosto nel decreto legge sul femminicidio (nel quale alla fine è stato inserito di tutto, persino le nuove divise della Protezione civile), riapre a sorpresa la discussione sul destino delle Province. Ed è di nuovo il caos sull'abolizione degli enti intermedi. Questione che interessa molto da vicino l'Abruzzo, dove nel maggio prossimo tre su quattro (Pescara, Chieti e Teramo) saranno le Province che potrebbero tornare al voto in barba a quanto stabilito sino ad oggi. La sorpresa è arrivata con l'approvazione dell'emendamento presentato dal parlamentare Pd Gianclaudio Bressa, che retrocede la precedente proroga sul commissariamento delle Province all’ormai prossimo 31 dicembre e non più al giugno 2014, come concordato precedentemente. Il che significa che a partire da gennaio, e in assenza di fatti nuovi, gli enti in scadenza potranno tornare tranquillamente al voto per il rinnovo dei Consigli provinciali.
Un provvedimento contro il quale si è subito scagliato Beppe Grillo dal suo blog, parlando di imbroglio Pd- Pdl che di fatto annulla il taglio delle Province. Gianluca Vacca, deputato abruzzese del M5S conferma: «Noi non abbiamo votato il decreto sul femminicidio dove è stato inserito di tutto e di più. La nostra posizione sulle Province è chiara: chiediamo un percorso di legge costituzionale e non capiamo perché tutti a parole dicono di volerle abolire e poi, alla prova dei fatti, si nascondono».
INCOSTITUZIONALITA’
Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti e vice presidente nazionale dell'Upi (Unione province italiane), spiega che in effetti l'emendamento approvato riguarda molto da vicino gli enti in scadenza a maggio, ma che i commissariamenti fissati in un un primo tempo per giugno correvano seri rischi di incostituzionalità, con la possibilità di essere impallinati dai ricorsi: «Noi diciamo che il commissariamento non può essere contenuto in un decreto, perché viola la Costituzione. Il mio parere, del tutto personale, è quello di affidare una vera riforma ai saggi incaricati dal Governo. In Sicilia sono già state abolite le Province ed è il caos più assoluto sul trasferimento delle deleghe». Quanto ai risparmi che deriverebbero dalla soppressione, Di Giuseppantonio mette sul tavolo uno studio dell'Upi dove si evidenzia che in cinque anni la spesa corrente delle Province è diminuita dell'11%, quella delle Regioni del 3% mentre quella dei Comuni è cresciuta del 5%. Altro dato Upi: le Province italiane rappresentano l'1,35% della spesa pubblica complessiva del paese. E ancora: il personale politico delle Province rappresenta il 5,50% del totale, contro il 42,10% delle Regioni, il 29,26% dei Comuni e il 23,12% del Parlamento.

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