Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/12/2025
Visitatore n. 750.237



Data: 18/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
I sindacati: più lavoro e meno tasse. La protesta in piazza contro la disoccupazione in provincia di Pescara: basta con i tagli al sociale e le riforme inattuate

PESCARA Traffico salvo e nessun tilt alla circolazione ieri, al contrario di quanto previsto nei giorni scorsi, per la manifestazione indetta dalle segreterie provinciali dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sulla situazione economico-industriale della Val Pescara, sempre più in difficoltà, tra chiusure di stabilimenti e perdite di posti di lavoro. Le rampe in uscita e in entrata per l’asse attrezzato in piazza Italia infatti sono rimaste aperte durante tutto il presidio che si è tenuto di fronte al palazzo della Provincia e della prefettura, al quale hanno preso parte 300 persone circa, secondo i dati ufficiali della questura (per i sindacati sarebbero 4-500), a fronte del migliaio previste. «I numeri sono congrui per essere una manifestazione», hanno sottolineato il segretario provinciale della Fillea Cgil, Massimo Di Giovanni, e il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, «poiché non si è trattato di uno sciopero». E se la città fortunatamente non è rimasta paralizzata, non meno rimbombante è stata l’eco avvertita sul dramma della crisi che morde in provincia. I primi ad arrivare, alle 9, con una macchina privata, cinque operai in cassa integrazione della Italcementi di Scafa. E poi mano tutti gli altri, con mezzi propri, come i lavoratori del cementificio della Sacci di Pescara, della Solvay di Bussi, della Dayco di Manoppello, della Italcables di Rosciano, della banca Caripe, dell’aeroporto d’Abruzzo, del porto, della Gestione trasporti metropolitani, della scuola e i pensionati. E poi i sindaci: da Vincenzo De Melis di Alanno, a Maurizio Giancola di Scafa, da Antonello Linari di Torre de’ Passeri ad Antonio Di Marco di Abbateggio e poi Franco Ceccomancini, vice a San Valentino, l’assessore di Bussi, Diego La Neve, e infine il primo cittadino di Manoppello, Gennaro Matarazzo. L’incontro è stato aperto da Massimo Paternoster, della funzione pubblica Cgil, da un furgone posto di fronte al palazzo del governo. Paternoster ha anticipato le richieste che, più o meno alle 11.40, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Emilia Di Nicola, Umberto Coccia e Luca Piersante, hanno consegnato al prefetto Vincenzo D’Antuono. «Basta con la montagna di tasse, con i tagli al sociale, con le riforme strutturali inattuate e con i fondi europei bloccati». Un tema, quest’ultimo, ripreso anche da Domenico Ronca, Filt Cgil: «A Bussi non sono stati ancora spesi 11 milioni dei fondi Fas». La «ricetta» consegnata al prefetto, e della quale si parlerà anche oggi nell’appuntamento in Provincia tra parti sociali, parlamentari locali, ministri e sottosegretari, come Gaetano Quagliariello e Giovanni Legni, prevede tra l’altro una riduzione fiscale per imprese e lavoratori, ticket farmaceutici meno cari, l’apertura di un tavolo con la Asl e un rilancio, da parte della Regione, della Val Pescara. Di Nicola si è soffermata sul fatto che «in Provincia tutti i settori sono in crisi, mentre i Comuni non hanno più risorse». Anche il presidente della Provincia, Guerino Testa, è intevenuto: «Il 21 ottobre partirà il progetto "Linfa", volto a ricollocare 40 persone uscite dal mondo del lavoro».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it