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Pescara, 16/12/2025
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Data: 18/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cialente a Letta «Il governo ci fa precipitare». Il sindaco: «Venga lui a spiegare alla città perché si blocca tutto»

«Per accelerare la ricostruzione post-terremoto, è anticipata l’erogazione di risorse destinate all’Aquila che ammontano complessivamente a 1,3 miliardi di euro (500 milioni all’anno nel biennio 2014-2015 e 300 milioni nel 2016)». Eccola la legge di stabilità che avrebbe dovuto reperire ulteriori risorse per la ricostruzione e, magari, garantire anche una certa continuità di erogazione. Ora che le cifre sono ufficiali se possibile la situazione è ancora peggiore di come era stata dipinta. Cialente si è infuriato e ha scritto al premier Letta una lettera di fuoco. Il governo delle larghe intese si è trovato d’accordissimo nel non inserire neanche un centesimo in più rispetto al miliardo e trecento milioni già stanziato nel decreto emergenze. Semplicemente è stata «autorizzata» la nuova ripartizione di quelle risorse: non più spalmata in sei anni, ma in tre. E questo, per il ministro Trigilia, rappresenterebbe «un segnale preciso dell’intenzione del Governo di non rompere la continuità dell’afflusso di risorse». Il successore di Barca ha comunque ammesso al telefono a Cialente che si tratta di «un finanziamento insufficiente» e che saranno studiati meccanismi di erogazione in base «all’effettivo “tiraggio” della ricostruzione, così da non causare rallentamenti». Il sindaco, ovviamente, si è sentito tutt’altro che rassicurato. «Prendo atto con dolore - ha scritto a Letta -, estrema mortificazione ed infinita preoccupazione per il futuro della mia città, che il Governo italiano, composto da uomini e partiti che in questi drammatici quattro anni non hanno fatto altro che rassicurare le popolazioni del cratere che la ricostruzione dell’Aquila sarebbe stata questione nazionale prioritaria, con il varo della legge di stabilità, ha di fatto interrotto e rinviato ai futuri anni la ricostruzione». E ancora, con una drammatica metafora: «Come in certe scene drammatiche di film, in cui in una cordata che arrampica su una parete rocciosa, si decide di tagliare la fune dell’alpinista che ha perso l’appiglio, lasciandolo precipitare, il Governo italiano ha deciso che questo pezzo d’Italia venga lasciato morire». Il sindaco ha ricordato di aver adempiuto a tutte le «richieste» (piano di ricostruzione, cronoprogramma, meccanismi finanziari) ma senza esito. «Il finto finanziamento che ci è stato concesso - ha tuonato - altro non è se non la riconferma del precedente miliardo e due, in una sorta di gioco delle tre carte». Infine l’invito ironico: «Venga lei a dire ai cittadini che la ricostruzione si bloccherà». Dura anche la Pezzopane: «Niente gioco delle tre carte sulle pelle degli aquilani. Il ministro Trigilia sa bene che i 300 milioni stanziati sono una goccia nel mare». Oggi vertice con i sindaci, nel primo pomeriggio, mentre le categorie sono in subbuglio: proteste in vista.

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