PESCARA «In questo momento la priorità deve essere il lavoro. Siamo convinti che affrontando la crisi occupazionale e creando occupazione l'Abruzzo possa tornare a crescere. E' fondamentale che la nuova programmazione vada in questa direzione». È il lavoro al centro della “ricetta” che Cgil, Cisl e Uil regionali propongono in vista della nuova Programmazione dei fondi europei 2014-2020. I sindacati intendono così definire un'agenda di lavoro e richiamare alla Politica, «affinché si assuma le proprie responsabilità». Le organizzazioni contano di integrare il testo con le esigenze del mondo imprenditoriale. Le risorse a disposizioni delle cosiddette “regioni in transizione”, fra le quali c'è l'Abruzzo, ammontano a 1,1 miliardi di euro; a questi si aggiungerà il cofinanziamento nazionale. In ogni caso è presto per capire quante risorse saranno. Per i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Gianni Di Cesare, Maurizio Spina e Roberto Campo, «è importante un ridisegno della regione nel nuovo contesto europeo ed internazionale attraverso scelte decise, capaci di orientare la programmazione unitaria degli interventi e di ricomprendere i finanziamenti nazionali. La nuova programmazione dei fondi strutturali», sottolineano i segretari, «rappresenta, per l'Abruzzo, un'importante opportunità per vincere la sfida della competitività e creare occupazione». Tra le proposte vi è la creazione di «un'autorità unica di gestione, superando quella “assessorile”, che ha generato notevole frammentazione, e individuando soggetti attuatori che facciano vivere anche sul territorio la programmazione». A questo dovrebbe aggiungersi il concetto di "fare sistema", sapendo collegare le imprese, le università e anche i Comuni. Ma l'attenzione dei sindacati si concentra anche sui fondi Fsc (Fondo di sviluppo e coesione), ex Fas: «L'idea è di utilizzali per le grandi opere mentre i fondi europei per quelle minori, risolvendo, in questo modo, il problema del disimpegno». Altre proposte riguardano la possibilità di far convivere l'industria manifatturiera con quella dell'ambiente, del turismo e della natura, la necessità di affrontare «in una logica di politica industriale le “crisi complesse” e i Piani di rilancio d'area» ed una ricostruzione intelligente dell'Aquila. E sul fronte della macroregione Adriatica i sindacati auspicano un confronto pubblico.