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Data: 19/10/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
I ricorsi contro Filò rimettono a rischio l’apertura del cantiere. D’Angelo: «Mai una risposta dalla Corte dei conti sulla legittimità dell’appalto»

Il 7 novembre il Tar discuterà i due ricorsi contro la decisione del comitato regionale di concedere, il 18 agosto, la Via in sanatoria alla Gtm per la riapertura del cantiere della filovia. Il ricorso dei cittadini è stato presentato il 3 ottobre, quello del Wwf cinque giorni dopo e la prima udienza utile fissata al Tribunale amministrativo è appunto giovedì 7 novembre. Che a questo punto diventa il giorno decisivo sul futuro di Filò: se il Tar rigetterà i ricorsi, i lavori andranno avanti sono all'inaugurazione del primo tratto; in caso contrario il cantiere sarà nuovamente bloccato se non, addirittura, chiuso sine die fin quando, cioè, la Gtm non avrà sanato le anomalie segnalate dallo stesso comitato Via. Michele Russo, presidente della Gestione trasporti metropolitani, ha manifestato la volontà di completare l'opera entro un anno, non oltre la fine del 2014 per arrivare al sospirato taglio del nastro e alla messa su strada di Filò. Stesso obiettivo del Comune di Pescara che, in aggiunta, ha minacciato azioni legali nel caso di uno stop definitivo del progetto. A Montesilvano, invece, la pensano diversamente, tant'è che il sindaco Attilio Di Mattia ha chiesto approfondimenti sulle barriere architettoniche e sul rifacimento del fondo stradale su cui deve passare Filò. Sul fronte degli oppositori "duri e puri", Maurizio Acerbo confida nella terzietà del Tar e precisa di aver ammonito «Russo e la Regione ad aspettare prima di cantare vittoria», annunciando che «in ogni caso, sui ritardi che hanno fatto lievitare i costi dell'opera presenteremo ricorso alla Corte dei Conti perché è bene sottolineare che i ritardi, e quindi la lievitazione delle spese, non sono addebitabili a chi ha presentato i ricorsi, ma ai soggetti che hanno gestito i lavori senza rispettare le regole sulla valutazione d'impatto ambientale e sulla sostenibilità delle opere fin qui realizzate». L'avvicinarsi dell'ora X rinfocola le polemiche anche nel clan del Pd che va oltre i ricorsi di natura ambientale e rimette le lancette all'inizio della storia. Camillo D'Angelo ricorda che «proprio il gruppo del Partito democratico ha presentato per primo un ricorso alla Corte dei Conti (dicembre 2010) sulla legittimità della gestione dell'appalto e delle risorse finanziarie. Non avendo ricevuto risposta abbiamo inviato un sollecito nel luglio 2012. E in entrambi i casi non abbiamo ricevuto risposta».

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