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Data: 19/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bonanni: ha vinto il partito della spesa, per ora niente scioperi

ROMA Susanna Camusso non è stata tenera: la legge di stabilità? Frutto di un governicchio. Non meno duro Luigi Angeletti che si dice pronto allo sciopero. Frena, invece, Raffaele Bonanni, che, almeno in parte, vede nel pacchetto Letta qualcosa di positivo: «Negli ultimi anni siamo stati sovraccaricati di tasse, mentre dalla manovra emerge un segnale, seppure leggerissimo, di una inversione di tendenza». Certo 14 euro al mese in busta paga sono una miseria. «E infatti non ci sta bene - ammette il leader Cisl - ma ricordo pure che in tempi recenti sono arrivate autentiche mazzate fiscali. Prima tutti zitti, ora non riesco a comprendere questa esplosione di rabbia. Qualcuno ha parlato di pericolo scampato per la sanità. Ma per chi? E per che cosa? Forse rispetto alle tangenti? Certo noi non faremo, e spero non lo faccia l’intero movimento sindacale, gli utili idioti per conto di qualcuno». Non fa nomi e cognomi, ma si limita a fornire un preciso identikit di questo qualcuno: «E’ chi sostiene il governo, ma annuncia anche nuove tempeste per portare avanti giochi particolari per quanto irresponsabili e che testimoniano un cinismo senza pari. Si approfitta delle giuste istanze di tagliare le tasse, che sole possono rilanciare i consumi. In sostanza, c’è chi vuol fare saltare il banco solo per difendere i propri privilegi». Nessun indice puntato in casa sindacale. Chi trama va ricercato in ambito politico. «Per questo aspettiamo che Letta torni dagli Usa per sapere perché ha ceduto al partito della spesa che, ogni volta che c’è da tagliare, produce guai con il preciso intento di conservare lo status quo. Il primo round l’ha vinto questo partito, sodalizio tra realtà economica e politica, che saccheggia le risorse pubbliche. Ma domani il premier ci dovrà dare risposte certe e convincenti, sapendo che noi non staremo con le mani in mano. Certo è sbagliato non ridurre le tasse perché questa è una assoluta priorità per le famiglie e per l’intera economia».
Intanto però è calata di nuovo la mannaia sul pubblico impiego: contratti congelati, straordinari tagliati, turn over ridotto al minimo, ma nessun intervento sulla spesa. Puntualizza, il numero uno della Cisl: «Abbiamo perso 350.000 persone in cinque anni, i contratti non si rinnovano da sette, mentre in effetti non si è intervenuti sui capitoli di spesa nonostante noi avessimo proposto risparmi importanti sui costi standard. In questo ci sono responsabilità evidenti di tutti coloro che annunciano disastri con l’obiettivo di affossare l’esecutivo. Guarda caso sono gli stessi che fissano i prezzi di acquisto, che danno gli appalti, che stipulano convenzioni in nome di una non meglio precisata politica sociale. Attenzione, sono gli stessi che non vogliono cambiare nulla. Su tutti questi punti chiederemo la mobilitazione ai lavoratori, non parlerei subito di sciopero». In questo momento sarebbe controproducente, farebbe soltanto il gioco del nemico.
E se fai rilevare che il ministro D’Alia sarebbe intenzionato a riaprire la contrattazione nel 2015, Bonanni manda un chiaro avvertimento: «D’Alia deve prima precisare quante sono le risorse che arriveranno dagli sprechi. E lo deve mettere nero su bianco. Al resto penseremo noi facendo scattare la caccia alle ruberie e alle inefficienze». Gli ottomila esuberi, immaginati dallo stesso ministro nel pubblico impiego? «Sicuramente dobbiamo verificare i buchi che ci sono per meglio utilizzare il personale. Credo che sia opportu

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