ROMA Soldi freschi nelle casse di Alitalia: soci e banche hanno infatti sborsato complessivamente 130 milioni, che serviranno in parte anche a far fronte ai pagamenti più urgenti della compagnia. Bruxelles intanto va in pressing sull'Italia per ricevere gli attesi chiarimenti sull'ingresso di Poste Italiane. Ad una settimana dall'annuncio dell'operazione, su cui pendono le accuse di “aiuto di Stato” del concorrente British Airways, infatti, da Roma non è ancora partita la notifica attesa in questi casi. Ma il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi rassicura: il governo sta lavorando e chiarirà senza doversi giustificare. «Presenteremo tutta la documentazione richiesta per permettere di verificare che non è un aiuto di Stato ma un grande progetto industriale», ha detto Lupi a proposito delle richieste ribadite da Bruxelles. La Commissione Ue ha «chiesto informazioni all'Italia sulle misure» prese per Alitalia ed è «in contatto con le autorità», ha spiegato il portavoce del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia. La normativa europea, ha spiegato il vice presidente della Commissione Antonio Tajani, «non discrimina le società controllate dallo Stato, si deve però dimostrare che l'investimento avviene secondo una logica di mercato». Intanto ieri, nell'ambito dell'aumento di capitale da 300 milioni, sono stati versati complessivamente 65 milioni dai soci: Intesa Sanpaolo e Atlantia, azionisti con l'8,9% hanno messo entrambi circa 26 milioni, mentre Immsi, che possiede il 7,1%, ha versato circa 13 milioni. Ulteriori 65 milioni sono stati sborsati da Intesa e Unicredit, come parte della loro garanzia di 100 milioni. Inoltre da Poste Italiane è arrivata l'attesa lettera di garanzia subordinata all'approvazione dei propri organi deliberanti, per 75 milioni a copertura dell'eventuale inoptato.