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Data: 20/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Legge di stabilità 2014 - Seconde case torna l’Irpef. Pensioni d’oro c’è il contributo. Arriva il testo definitivo della legge di Stabilità. Da trovare 10 miliardi per il 2017: risparmi di spesa o minori sconti fiscali

ROMA Non cambia la formulazione delle misure su costo del lavoro e Trise (tributo sui servizi comunali) che pure con tutta probabilità - come prefigurato dallo stesso premier Letta - saranno modificate in Parlamento. Ma la versione finale della legge di stabilità, il cui iter inizierà la prossima settimana al Senato, lascia in sospeso anche altri aspetti importanti, ad esempio quello della clausola di garanzia che nei prossimi anni dovrà assicurare ingenti e crescenti risorse, fino ad arrivare a 10 miliardi nel 2017.
LE NOVITÀ
Viene invece aggiustato il tiro rispetto ad una questione controversa, l’applicazione dell’Irpef sulle seconde case: sarà dovuta sul cinquanta per cento della rendita delle sole abitazioni non affittate che si trovano nello stesso Comune in cui il contribuente ha l’abitazione principale. Sono quindi escluse sia le case di vacanza sia gli immobili di altro tipo, che pure in una prima versione del provvedimento erano stati sottoposti allo stesso trattamento. Simmetricamente viene prevista la possibilità per le imprese di dedurre dalle imposte sul reddito nella misura del 20 per cento l’Imu pagata sugli immobili strumentali: in precedenza era stato previsto che la deduzione fosse al 50 per cento. Entrambe le novità scattano già in relazione ai redditi di quest’anno, dunque con effetto sulle dichiarazioni del 2014.
Sempre in tema di immobili, l’assetto del tributo sui servizi ed in particolare della componente Tasi resta per ora quello delineato nei giorni scorsi: stessa base imponibile dell’Imu con aliquota complessiva che non dovrà superare quella massima della vecchia imposta, salvo una base dell’1 per mille: così ad esempio per la generalità degli immobili tra Tasi e Imu si potrà arrivare all’11,6 per mille. Per le abitazioni principali nel 2014 c’è il tetto al 2,5 per mille, mentre non sono previste specifiche detrazioni.
Gli interventi di riduzione del costo del lavoro a beneficio di imprese e lavoratori sono state confermati, in attesa dell’esame parlamentare: dunque calo della detrazione base Irpef per i dipendenti (il vantaggio è di 159 euro l’anno per un reddito di 20 mila) e alleggerimento dell’Irap per le imprese che assumono. Si lavorerà anche alla revisione delle attuali detrazioni Irpef per oneri (19 per cento): la loro razionalizzazione dovrà fruttare 488 milioni nel 2014 e poi importi crescenti: se non sarà portata a termine, la misura dello sconto scenderà automaticamente al 18 e poi al 17.
LE GARANZIE
Ma in materia di revisione delle agevolazioni, c’è anche un altro progetto ben più ambizioso, dal quale si attendono 3 miliardi nel 2015, 7 l’anno successivo e 10 al regime dal 2017. Come saranno trovati questi soldi? Dovrà dirlo uno specifico decreto da adottare entro il 15 gennaio 2015. La formulazione è abbastanza vaga: si parla di «variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni della misura delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti». Ma gli stessi obiettivi potranno essere raggiunti con «provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate ovvero di risparmi di spesa». Insomma se non è una voce lasciata in bianco poco ci manca. A proposito di risparmi di spesa sono specificati in modo molto cauto anche i possibili proventi della spending review (con provvedimenti da adottare entro il prossimo 31 luglio): 600 milioni nel 2015 destinati a diventare poi 1,3 miliardi.
Infine in tema di previdenza è confermato, accanto alla parziale indicizzazione dei trattamenti per il prossimo triennio, il prelievo sulle pensioni d’oro: 5 per cento per la parte sopra 150 mila euro l’anno, 10 per cento sopra i 200 mila e 15 per cento oltre i 250 mila. Il meccanismo non appare troppo diverso da quello già bocciata dalla Corte costituzionale.

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