Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/12/2025
Visitatore n. 750.237



Data: 20/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Il sindaco Cialente insiste: «La città si mobiliti»

L’AQUILA Il sindaco chiama alla mobilitazione. Il giorno dopo l’incontro in Comune, l’idea di tornare in piazza per protestare contro il rischio paralisi nella ricostruzione resta al primo posto nei suoi pensieri, affidati a Facebook. La grafomania del sindaco è più forte anche di un guasto al computer che non gli impedisce di diffondere il suo pensiero. Una cronistoria partita dai tempi di Berlusconi e Tremonti e arrivata a oggi. Cialente non risparmia bacchettate agli «sciocchi bagnini, ma sempre asciutti, del centrodestra (e non solo) aquilano che mi prendono in giro parlando di sceneggiata inutile». Il sindaco racconta le telefonate col premier Letta e riferisce della «promessa», attraverso la sovrattassa sui bolli, di prevedere «un miliardo e due, spalmati in sei anni dal 2014». Oltre alla «promessa» ulteriore di inserire altri fondi per 2014 e 2015. Poi passa a raccontare la situazione attuale. «Sono finiti i 985 milioni (più altri 105 di un precedente finanziamento). Negli uffici di Di Stefano e Fabrizi vi sono i progetti ex filiera, ormai approvati per altri 300 milioni. Aielli, l’ufficio speciale, ha altri progetti (soprattutto centro storico) per altri 350 milioni e, secondo programma, entro dicembre ne completerà per altri 300 milioni. Totale 950 circa. Sono, un po’ di più, gli 816 milioni del cronoprogramma 2013. Sono i progetti delle case di tanti di voi, o di vostri parenti, o amici. Spero di essermi spiegato. Servono tutti subito? No. L’importante è averli di competenza. La cassa arriverà e servirà a partire forse da marzo, ai primi stati di avanzamento. Ora ce ne servono solo 46%, appena 400 milioni. E le banche ci dicono di sì. Cosa vuol dire? Che il miliardo e due (che i bagnini dicono non servire a niente; ma nessuno che insegni loro a nuotare?), lo anticipiamo, lasciandone una parte ai comuni del cratere, che hanno cominciato a correre anche loro. Dunque devono ora arrivare i soldi per finanziare il contributo ai progetti del cronoprogramma 2014. Devono stare nella legge di stabilità 2013. Chiediamo 2 miliardi, 1,2 per L’Aquila, 600 per il cratere e i comuni fuori cratere, 200 per il resto. Trigilia mi fa comunicare, inizialmente in segreto, che è riuscito a trovare solo 500 milioni per tre anni. Cosa riconfermata da Fassina. Mi chiedono, ci chiedono “potrebbe andar bene?”. Dopo lunghe riflessioni e conti, capiamo che con un totale di 2, 7 miliardi, sebbene spalmati per anni, con l’anticipazione delle banche, possiamo andare avanti, e accettiamo. Questa è la storia. Tutta tesa a difendere il cronoprogramma, cioè la possibilità di ricostruire, entro il 2021, la città e il cratere. La legge di stabilità invece non ci ha dato nulla. Il governo ci ha preso in giro. Perché anticipa i 600 milioni previsti nell’ambito del miliardo e due per il 2016, 2017, 2018, in due tranche nel 2014 e 2015. Ma il governo sa che quei soldi, del miliardo e due, anticipati dalle banche, di fatto li abbiamo a oggi già da impegnare entro dicembre. Ecco perché vi dico che per i prossimi anni non ci hanno dato niente. La ricostruzione, in questo modo, massimo a marzo, sarà bloccata. Di questo passo non si finirà prima del 2030. I nostri ragazzi l’hanno capito. I consiglieri di centrodestra invece fanno polemiche e basta. Mi arrivano segnali chiari dal governo. C’è grande preoccupazione per nostre manifestazioni. Soprattutto a Roma. In molti cercano persone che mi invitino a stare zitto e tranquillo. Io non posso che assumermi ancora una volta il compito, doveroso, di informare la città, spiegare, e chiamare a una grande mobilitazione».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it