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Data: 20/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Mattia: «Non mi dimetto, aspetto i congressi del Pd»

«Paradossalmente, stando lontano, vedi tutto meglio. Perché sei come un'aquila che si libera in cielo e mentre vola osserva ogni cosa dall'alto, anche gli assessorati che lavorano...». Il sindaco di Montesilvano Attilio Di Mattia rompe il silenzio utilizzando una metafora che dice molto sul suo stato d'animo e su ciò che potrebbe accadere con il rientro in Comune. Se ne sono dette tante sulla sua presunta «sparizione» e l'ultimo tam-tam circolato in città ipotizzava persino le sue imminenti dimissioni da sindaco. «Rientro giovedì -spiega Di Mattia, che rassicura- Le dimissioni non rientrano nel mio stile. Non getto la spugna e non faccio come certi amministratori di centrodestra della Provincia che pur di restare attaccati alla poltrona votano il bilancio delle opposizioni».

Dunque, cosa accadrà al suo rientro?

«Sto tenendo le briglie ferme, con molto silenzio, in attesa di sapere quale sarà l'esito dei congressi provinciale e cittadino del Pd».

Perché tanta importanza a questo appuntamento politico?

«Perché sto sostenendo la candidatura di Gianluca Fusilli e l'esito del congresso provinciale non è importante solo per il Pd. Oggi nel partito non c'è una guida sicura, tutti viaggiano a briglie sciolte. Proprio per questo anche gli altri gruppi, sia di maggioranza che di opposizione, approfittano di questa debolezza per marcare il territorio».

Troppe pressioni sull’esecutivo?

«Non solo. Ci sono alcuni pezzi, anche della mia maggioranza, che in vista delle regionali si stanno riposizionando. Mi hanno spiegato che questi movimenti tattici sono la norma quando si avvicinano le elezioni, anche se riguardano più le persone che l'amministrazione. Ma io non vengo dalla scuola della politica. Ho un approccio aziendalista ai problemi, non di partito».

Diciamo, fuori dalle righe, che non la lasciano lavorare.

«Diciamo che 5 milioni di euro in meno su un bilancio di 40 complicano le cose, perché si tratta del 12%. Ma io se devo dire un no lo dico, anche agli assessori. La cosa che più mi colpisce è che anche tra i più giovani il rinnovamento non significa cambiare approccio, ma cambiare le persone di riferimento. Eppure io sono stato votato proprio per questo dalla gente».

E cosa ha da dire, invece, sul suo allontanamento volontario dal Comune?

«Io di professione faccio l'analista finanziario certificato, una materia che ogni tre anni impone un corso di aggiornamento obbligatorio. Se ti sottrai a quest'obbligo imposto dal datore di lavoro perdi il posto. E io non vivo di politica».

Prevede almeno un rimpasto in giunta al suo rientro?

«Il 26 e 27 si celebra il congresso del Pd. C'è sempre la questione della quota rosa da affrontare. Subito dopo farò il punto. E se qualcuno non vuole un sindaco forte dovrà dirlo».

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