Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/12/2025
Visitatore n. 750.237



Data: 21/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Quarta aliquota? No dei commercianti «Un’altra stangata». Sangalli boccia l’ipotesi di modifica allo studio del governo Intanto la grande distribuzione “assorbe” l’aumento al 22%

ROMA Gli interventi sulle aliquote Iva non si sono certo esauriti con l'aumento, dal 21 al 22 per cento, del primo ottobre scorso. Di percentuali intermedie da introdurre tra quelle del 4 e del 10 si vociferava già durante la stesura della bozza sulla legge di stabilità. E lo stesso premier Enrico Letta ha poi confermato di voler "riequilibrare" le aliquote entro fine anno, aggiungendo pochi giorni fa che la discussione sarà al centro dei lavori del Parlamento nei prossimi mesi. Attualmente le aliquote Iva applicate a beni e servizi sono tre: 4, 10 e 22 per cento (quest'ultima passata già a settembre 2011 dal 20 al 21). Secondo il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, l'ipotesi di una rimodulazione del sistema Iva e dell'introduzione di una quarta aliquota, intermedia tra quelle del 4 e 10 per cento, andrebbe «nella direzione opposta a quella da noi auspicata disattendendo le stesse indicazioni della Commissione europea nel senso di una omogeneizzazione e semplificazione della struttura delle aliquote, inoltre comporterebbe ulteriori inasprimenti del carico fiscale su famiglie e imprese, già stremate da una crisi senza precedenti». Apettando di capire se davvero servizi funebri, riscaldamento e giornali costeranno di più, facciamo un punto su quello che intanto è già diventato più caro in questo primo mese. E su quello che, invece, non ha subito aumenti. Ad esempio, una catena di grandi supermercati come Esselunga ha annunciato che avrebbe assorbito l'innalzamento dell'aliquota serza riversarlo sui consumatori. Coop ha fatto sapere che avrebbe cercato di "limitare gli effetti" e chiesto, per questo, la collaborazione dei fornitori. Invariati anche i prezzi dei mobili Ikea, come quelli dei capi di alcuni store Benetton. Eccezioni a parte, secondo Coldiretti a tavola l'innalzamento dell'aliquota si sentirà soprattutto nei bicchieri degli italiani con rincari che riguardano bevande gassate, superalcolici, spumanti, succhi di frutta e vino, tutti prodotti interessati dall'aumento al 22 per cento. La maggioranza degli alimenti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta sono esclusi dagli aumenti, però i prezzi potrebbero risentire degli effetti sui carburanti, visto che l'88 per cento della spesa viene trasportata su strada. Ad esempio, una bottiglia di vino che costava al pubblico 10 euro dal primo ottobre dovrebbe costare 10 euro e 8 centesimi. Secondo l'analisi di Coldiretti, considerando che gli italiani, solo per il vino, spendono 4 miliardi di euro all'anno, il costo complessivo per le famiglie è di 33 milioni di euro solo per questo prodotto. Ma quali sono le altre classi merceologiche colpite dall'aliquota al 22? Intanto caffè e aperitivi (che i bar potrebbero aver aumentato), poi piatti, stoviglie e utensili per la casa, profumi e cosmetici, articoli per la pulizia della casa e per l'igiene personale, valigie e borse, tutto il comparto dell'abbigliamento, accessori e indumenti per neonati compresi, tabacchi, televisori, pc, macchine fotografiche e videocamere, giocattoli, auto, moto e biciclette, articoli di cartoleria e cancelleria. E ancora, servizi come la messa in piega dal parrucchiere, i costi di avvocato e commercialista, i pacchetti vacanza, la piscina e la palestra, lo stabilimento balneare, il pedaggio, il parcheggio e, non ultimo visto che incide anche sul altri costi, i carburanti. In buona sostanza, sono per l'ultimo trimestre - secondo la Cgia di Mestre - gli aumenti di spesa media saranno di 22 euro per le famiglie composte da 3 persone e di 26 per quelle da 4. In totale, il costo di questa operazione graverà sulle tasche degli italiani per un importo di circa 1 miliardo di euro per il 2013 e di 4,2 miliardi per il 2014.«I rincari che nel 2014 peseranno di più sulle famiglie - spiega l'Associazione di Mestre - si verificheranno quando andremo a fare il pieno alla nostra auto o saremo costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all'anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da 4 persone), per l'acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all'anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo è da 4) e per l'acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro)». Per Confcommercio infine, al calo dei consumi (previsto già a -2,4 per cento per il 2013) si aggiungerà un altro -0,1. Con tanti saluti alla speranza di un Natale all'insegna di una (timida) ripresa.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it