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Data: 21/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Tasi più cara dell’Imu? «Non è vero». Il ministero dell’Economia: con l’aliquota all’1 per mille gettito inferiore. Ma se cresce al 2,5 il conto sarà più salato

ROMA Dopo le polemiche provocate dalla riduzione del cuneo fiscale (e relative buste paga più “pesanti” di 14 euro al mese) si apre il fronte Tasi. Il ministero dell’Economia interviene rapidamente per spegnere l’incendio ma alcuni dubbi rimangono in piedi. Il Sole 24 ore, quotidiano della Confindustria, ha calcolato che la nuova Tasi (tassa sui servizi indivisibili erogati dai Comuni) peserà più dell’Imu sull’abitazione principale. Dopo l’abolizione dell’imposta, il governo ha raccolto all’interno della Trise le varie imposizioni sulla casa e sui servizi. La Tasi - quella parte che serve a finanziare appunto i servizi indivisibili comunali - con l’aliquota all’1 per mille porterà nelle casse comunali 3.764 milioni di euro, invece dei 3.331 milioni che erano invece garantiti dall’Imu con un’aliquota del 4 per mille. L’aliquota dell’1 per mille della nuova Tasi è quella standard, e potrà invece crescere fino al 2,5 per mille. Con quest’ultima aliquota il gettito salirebbe a 9 miliardi. Di fronte a questo garbuglio, il ministero dell’Economia è intervenuto subito. Per paragonare il gettito tra vecchie imposte sulla casa e nuova Tasi, «bisogna prendere l’Imu insieme alla componente Tares relativa ai servizi indivisibili. I circa 3,7 miliardi di gettito previsto dalla Tasi è inferiore al gettito di circa 4,7 miliardi oggi garantito dall’Imu sull’abitazione principale e dalla Tares servizi indivisibili, abolite. Il minor gettito per i Comuni è compensato da trasferimenti dallo Stato. La risposta del Mef non è piaciuta ai “lealisti” del Pdl. Daniele Capezzone, vicino al presidente dei deputati Pdl Brunetta, replica che invece di dissipare i dubbi «purtroppo li conferma e addirittura li aggrava, sia perchè fa riferimento solo all’aliquota standard sia perché conferma la natura di patrimoniale della nuova impostazione». Anche su punto si è innestata la polemica tutta interna al Pdl tra i governativi e chi, invece, vorrebbe far saltare l’esecutivo. A sostegno di Capezzone scende in campo la deputata Repetti, mentre sull’ altro versante si schierano i parlamentari Azzolini e Saltamartini. Una parte del Pdl procede nello scontro con il Ministero proprio sulla questione della «patrimoniale» che sarebbe nascosta nella nuova Tasi. Di questa impostazione si fa paladina Daniela Santachè: se nuove tasse, afferma, «il governo rischia». Sul fronte del Pd, ricucito lo strappo tra Letta e Fassina, interviene solo Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del partito. Nella discussione che si sta per aprire in Parlamento ci sono alcuni punti «fermi e irrinunciabili». A partire dall’indicizzazione «integrale delle pensioni fino a sei volte maggiori del minimo e gli esodati perchè non va bene che siano solo seimila quelli messi in sicurezza». Oggi i sindacati confederali riuniranno le segreterie. All’ordine del giorno le forme di mobilitazione per sollecitare profondi cambiamenti alla legge di stabilità, non esclusa la proclamazione dello sciopero generale unitario. Cgil e Uil si sono già pronunciati a favore di questo orientamento mentre la Cisl sembra più fredda. Stesso percorso stanno decidendo Fiom, Fim e Uilm.

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