PESCARA C’era anche Gianni Chiodi, unico abruzzese, a Palazzo Grazioli nella riunione dell’ufficio di presidenza, guidato da Silvio Berlusconi, che ha azzerato tutte le cariche del Pdl aprendo la strada al ritorno di Forza Italia. Riunione, come noto, disertata da Angelino Alfano e dalle «colombe» filogovernative del Pdl, tra le quali Gaetano Quagliariello, il ministro cui Chiodi è, da sempre, particolarmente vicino. Ma ora questa vicinanza sembra perdere collante, dopo il voto del governatore nella residenza romana di Berlusconi che ha siglato la decadenza anche dell’intera struttura di vertice del Pdl in Abruzzo, dal coordinatore regionale Filippo Piccone al suo vice Fabrizio Di Stefano, fino ai responsabili provinciali.
Vedremo, ora, cosa accadrà in Consiglio regionale: il gruppo Pdl, magari non già da martedì ma certo in tempi brevi, si scioglierà e nascerà quello di Forza Italia. A quel punto bisognerà vedere chi starà con chi, quanti entreranno in Forza Italia e quanti «alfaniani» o «quagliarelliani» sceglieranno altre strade. Una scelta importante, in prospettiva elettorale. Specialmente per Chiodi, fin qui candidato unico del centrodestra e che ora dovrà chiaramente dire da che parte stare, anche se la sua presenza a Palazzo Grazioli e il suo voto sull’azzeramento delle cariche Pdl gli apre evidentemente la strada di Forza Italia, con inevitabile distacco dal percorso di Quagliariello. Anche altri personaggi in vista del centrodestra dovranno scegliere dove sedersi all’Emiciclo, a cominciare dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. Ma è la scelta di Chiodi quella più attesa, con le regionali alle porte. Certo è che da un po’ di tempo il governatore sta comunque serrando le fila dei vari gruppi e gruppetti del centrodestra attorno al suo nome, approfittando di una dirigenza pidiellina minata nella sua solidità dalle tensioni tra «falchi» e «colombe». A Palazzo Grazioli ha solo evidenziato l’intenzione di proporsi come leader di fatto, al di là degli incarichi.