TERAMO Il simbolo sembra fatto su misura per una nascente lista civica. Il nome: "Andare oltre" indica un chiaro intento politico. Sono i due elementi che individuano l'associazione fondata da Rodolfo De Laurentiis, ex deputato, ex Presidente dell'Arpa e attuale consigliere di amministrazione della Rai, che si affaccia nel desolato panorama abruzzese con l'intento di «far ripartire le idee». Nella sala San Carlo del museo archeologico, ieri pomeriggio, alla presentazione del simbolo e del nome sono stati dedicati solo pochi secondi. Quelli necessari per il colpo di scena finale, quando De Laurentiis ha fatto cadere il drappo bordeaux alle sue spalle, che copriva il pannello dedicato alla nuova associazione. E' stato l'atto finale di un percorso durato oltre due ore e caratterizzato soprattutto dalle testimonianze di imprenditori, sindacalisti e operatori del volontariato, che hanno raccontato disagi e speranze dei loro settori. In platea, ad ascoltarli, c'erano solo un paio di volti noti della politica teramana: il sindaco di Campli Gabriele Giovannini e il presidente della Gran Sasso Teramano spa Marco Bacchion. Ad avviare il dibattito è stato Antonio Valente, managing director di Lorien consulting, che ha snocciolato una serie di dati sulla crisi economica e politica in Italia e in Abruzzo. De Laurentiis si è riservato, invece, gli ultimi venti minuti scarsi dell'incontro per riprendere alcune delle sollecitazioni emerse. «Il sistema dei partiti non è in grado di dare risposte», ha affermato, «c'è bisogno di ricollegare la politica ai bisogni reali dei cittadini». L'ex parlamentare, che ha anche ricordato Lino Silvino, rappresentante storico dell'Udc morto qualche mese fa, si è soffermato anche sulle prossime elezioni per la Regione. «La campagna elettorale è solo un passaggio di consegne tra un candidato e l'altro», ha fatto notare, «ma quali sono le reali proposte non l'ho capito». Con la sua associazione, dunque, De Laurentiis intende fornire un contributo di idee e di persone «che hanno qualcosa da dare e non solo da chiedere» per lo sviluppo e il futuro dell'Abruzzo. «Finora c'è stato troppo tatticismo», conclude, «è arrivato il momento di avere il coraggio di dire: io ci sono».