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Pescara, 16/05/2025
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Data: 28/10/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Per cambiare la manovra è caccia a 3-4 miliardi. Nel mirino gli sprechi alla sanità, le rendite finanziarie e le pensioni sopra i 90.000 euro

ROMA E ora si apre la caccia a nuove risorse. Con Bruxelles che vigila sul rispetto dei patti, l’unico modo per dare maggiore respiro in direzione della crescita e dello sviluppo alla legge di stabilità è quello di riuscire a reperire qualche soldo in più. Senza aumentare le tasse, naturalmente. È a questo che i vari gruppi in Senato, dove la legge di bilancio ha iniziato il suo iter, stanno alacremente lavorando. Le audizioni in commissione Bilancio, avviate la settimana scorsa e in programma ancora oggi e domani, potranno ovviamente fornire degli spunti. Intanto però la caccia è partita in vista degli emendamenti - se ne prevedono anche più di una valanga - che già da metà di questa settimana (presumibilmente fino al 4-5 novembre) potranno essere presentati. Riduzione delle tasse sul lavoro, tassazione della casa, previdenza: questi i macrocapitoli che, almeno stando alle dichiarazioni di questi giorni, saranno i più ”bombardati“.
«Bisogna irrobustire gli assi portanti di questa manovra: sviluppo ed equità. Non possiamo permetterci di perdere la sfida della crescita di almeno l’1% del Pil nel 2014» dice Giorgio Santini, relatore del provvedimento in Senato per conto del Pd (per il Pdl c’è Antonio D'Alì).
PIÙ SPINTA ALLA CRESCITA

Per poter modificare tutti i punti dolenti - e quindi: mettere qualcosa in più sul cuneo fiscale, aumentare ai comuni la dote di compensazione dell’abolizione Imu prima casa, chiedere qualche sacrificio in meno ai pensionati della fascia medio bassa - servirebbero intorno ai 3-4 miliardi. Come e dove trovarli? Nel mirino ritorna la sanità: non come taglio di prestazioni, ma dal punto di vista degli sprechi. Obiettivo: un miliardo di euro. Si punta anche all’operazione di rientro dei capitali illecitamente portati all’estero, anche se il solo abbuono delle sanzioni (meccanismo al quale si sta pensando) secondo molti non è molto allettante. Per ora l’argomento non è nella legge di stabilità, ma il governo sta lavorando a un emendamento. Potrebbe tornare in campo anche l’aumento delle aliquote sulle rendite finanziarie. Nel mirino, più per un’effettiva esigenza di cassa per una questione di equità, anche le pensioni d’oro: si sta pensando di abbassare a 90.000 euro la soglia minima per il contributo di solidarietà.
Una parte di queste risorse, come si diceva, dovrebbe andare sulla riduzione delle tasse sul lavoro, in modo da rendere più consistenti gli sconti fiscali (si lavora anche su un restringimento della platea) e per dare un ulteriore segnale alle imprese. In questo ultimo caso due sono le ipotesi che trovano d’accordo la maggioranza: più soldi per detassare il salario di produttività, meno Irap sul costo del lavoro per le aziende che esportano.

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