PESCARA Rodolfo De Laurentiis, Consigliere d’amministrazione Rai, abruzzese di Collelongo, due volte deputato Udc nel 2001 e 2006, ex candidato governatore per l’Abruzzo nel 2008 per Udc-Udeur, torna in capo con un proprio progetto politico, “Andare Oltre”, al momento fermo alla casella “associazione”, ma destinato molto probabilmente ad ampliare e diversificare l’offerta politica in vista delle elezioni regionali della primavera 2014. La prima uscita del movimento è stata sabato al museo archeologico di Teramo. Consigliere De Laurentiis, qual è l’obiettivo di “Andare Oltre? «Il nostro è un percorso già iniziato a livello nazionale. L’obiettivo è quello di arricchire il dibattito politico, di riavviare il processo delle idee». Guarda alle regionali del prossimo anno? «Intanto noto che a otto mesi dalla data delle elezioni regionali, di tutto si parla tranne che delle linee strategiche, dei problemi veri dei cittadini. Non è un caso che il gradimento dei partiti, come ha fatto notare a Teramo Antonio Valente, managing director di Lorien Consulting, sia sceso così in basso, più in basso del gradimento delle banche. Questo è il dato di partenza: il sistema paese soffre di una dicotomia tra la rappresentanza politica e la quotidianità dei cittadini. Pensiamo per esempio alle tante vertenze delle nostre fabbriche. Ricordo che, quando ero parlamentare, vi partecipava tutta la classe dirigente, deputati, sindaci, partiti, sindacati. Oggi sono rimasti in prima linea solo i sindacati». Vede una politica in disarmo? «C’è la sensazione che non riesca più a dare non solo appigli valoriali ma prospettive di vita. Cosa vuoi che interessi al 40% dei giovani disoccupati parlare dei congressi di partito? Che cosa può importare alle nostre imprese che soffrono un grande problema di competitività? Ecco, noi vogliamo trovare il modo di riattivare la macchina della politica, di ricostruire la consapevolezza che la politica ha un valore alto, un ruolo fondamentale nella nostra società». Chi c’è nel movimento, quali sono gli alleati potenziali? «Non faccio distinzioni, procederemo per punti programmatici, faremo una serie di incontri tematici, chi vorrà accompagnarci sarà un compagno prezioso. Poi evidentemente il principio fondamentale sarà il rinnovamento della classe dirigente: vogliamo costruire regole diverse, contaminare le esperienze personali, saldare la frattura generazionale. Certamente non ci interessano i cassintegrati della politica». Il suo è un altro pezzo di “centro” che si mette in cammino? «Io ho un grande rispetto per i moderati, è una nobile tradizione che parte da lontano, almeno dalla Rivoluzione francese. Dico però che oggi negli scaffali della politica non trova posto la rivoluzione liberale, l’efficientamento della macchina amministrativa...c’è tutto un mondo che non ha rappresentanza. “Oltre” vuol dire oltre l’attuale classe dirigente». Parla come Renzi. «C’è bisogno di una partecipazione nuova, libera. Stiamo cancellando un’intera generazione: non è possibile che i giovani debbano sentirsi cittadini di serie B».