E' stato profetico l'onorevole Gianni Letta, quando, due anni fa, con una battuta relativa alle lunghe traversie del cantiere del Lotto zero, disse che sarebbe venuto ad inaugurare il secondo tratto della tangenziale cittadina a meno che, viste le lungaggini, tra altri vent'anni il taglio del nastro non fosse toccato al sindaco Maurizio Brucchi, ma al suo secondogenito, Filippo. Ieri mattina è stato proprio il piccolo Filippo, forse inconsapevole della storicità del momento, a impugnare le forbici per tagliare il nastro tricolore, insieme al Governatore Gianni Chiodi, allo stesso Letta, al sindaco Brucchi e a tanti assessori regionali e comunali.
Brucchi, che, durante l'inaugurazione del primo tratto del Lotto zero, due anni fa, aveva esordito con la frase «scusate il ritardo», stavolta ha utilizzato un'espressione più trionfalistica: «Scusate se è poco», ricordando che sono passati ben 8.765 giorni, in sostanza 24 anni, da quella fatidica data, il 27 ottobre 1989, che segnò l'inizio del cantiere più tormentato della storia di Teramo. Brucchi ha anche sottolineato di considerare l'apertura del secondo tratto del Lotto zero, «non tanto un punto di arrivo ma un punto di partenza», annunciando che, da subito, l'attenzione verrà spostata sui lavori di completamento del percorso vita con la pista ciclo pedonale e il ricongiungimento del lungofiume. Il sindaco ha definito il Lotto zero un'opera «non solo utile ma anche bella», che permette di guardare la città da un'altra angolazione. Tante le autorità che ieri mattina hanno preso parte alla cerimonia inaugurale, tra queste spiccava la presenza dell'onorevole Gianni Letta, e la defezione del ministro Maurizio Lupi, più volte annunciato, ma assente per impegni istituzionali. «La storia del Lotto zero- ha affermato Letta- riassume un po' tutti i problemi del nostro Paese, il ritardo è frutto di tante cause: le polemiche da parte di chi, con la scusa dell'ambiente, si oppone a tutto, le incertezze normative, i conflitti di interesse, le contese tra comunità, i ritardi e le difficoltà economiche delle imprese e della pubblica amministrazione. In questo periodo di crisi vanno recuperati tempi diversi, gli Abruzzesi, anche in questo caso, hanno saputo dimostrare di saper combattere le resistenze di un apparato burocratico e amministrativo che a volte sembra fatto per rallentare le opere pubbliche più che per favorirle».
Il vescovo Seccia, nell'impartire la sua benedizione, ha anche lanciato un appello a Letta per le chiese del Teramano che hanno subìto i danni del terremoto, e che ancora devono essere recuperate. Chiodi, nel suo discorso, ha ricordato le tante vicissitudini del Lotto zero, vissute anche in prima persona come sindaco e ha sottolineato la bravura di Brucchi, che ha detto di sentirsi «fortunato» per aver potuto tagliare il nastro dell'opera completa. «Non è questione solo di fortuna- ha puntualizzato Chiodi- ma anche di grande caparbietà, di impegno e di lavoro». Il presidente nazionale dell'Anas, Pietro Ciucci, ha sottolineato l'importanza del tavolo permanente di lavoro voluto da Brucchi e il dialogo costante con il capo compartimento Lelio Russo, che hanno permesso di raggiungere in tempi relativamente brevi questo secondo traguardo.
Nel pomeriggio, fuochi d'artificio e una sfilata di auto d'epoca hanno salutato l'apertura ufficiale al traffico del secondo ed ultimo tratto del Lotto zero.