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Data: 31/10/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Tercas, Bankitalia autorizza l’operazione della Pop Bari. La decisione presa ieri a Roma, oggi il Cda della fondazione dà l’ok finale ma il sindaco Brucchi insorge: l’arrivo dei pugliesi ferisce l’orgoglio teramano

TERAMO «Ferito nel mio orgoglio teramano», insorge il sindaco, Maurizio Brucchi, mentre da Roma arriva la notizia più importante di tutte. Bankitalia, ieri pomeriggio, ha ratificato l’accordo Popolare di Bari, Fondo di garanzia interbancario e Fondazioni, autorizzando il salvataggio della Tercas. E’ un accordo senza alternative: la Pop Bari, del presidente Marco Jacobini, chiede e avrà la governance della Cassa di Risparmio di Teramo, commissariata dalla banca centrale nel maggio del 2012, garantendo un intervento di ricapitalizzazione fino a 200 milioni di euro. Il resto della consistente cifra (di 300 milioni di euro) sarà fornito dal Fondo di garanzia, che si impegna a «coprire le perdite patrimoniali» e dalle Fondazioni bancarie abruzzesi che vogliono restare nella partita. Anche se il loro ruolo si è drasticamente ridimensionato. Ma i giochi a questo punto sono fatti. E tutto si è consumato in tempi da record: tre step in appena tre giorni. Lunedì, c’è stato il sì del Comitato esecutivo del Fondo di garanzia, il cui Cda ha dato l’ok appena 24 ore dopo. Ieri pomeriggio infine è arrivata la ratifica della banca di via Nazionale. E alla luce degli ultimi e vorticosi sviluppi, il presidente della Fondazione Tercas, Mario Nuzzo, ha convocato per oggi, alle 15,30, il Consiglio d’indirizzo della stessa Fondazione, che detiene il 68 per cento di Tercas, cui seguirà immediatamente dopo il Cda, per «informazioni urgenti» da comunicare ai consiglieri. Ma i due organismi non potranno fare altro che prendere atto della decisione della Banca d’Italia. Si prevedono inoltre tempi velocissimi per il salvataggio della Cassa di corso San Giorgio, sotto la propulsione di Bankitalia, rappresentata a Teramo dal commissario Riccardo Sora che, stando a una serie di indiscrezioni che ormai trapelano dagli ambienti bancari teramani, sta per convocare l’assemblea dei soci Tercas per l’approvazione definitiva della ricapitalizzazione in cui il ruolo delle Fondazioni, fino a pochi giorni fa di consistente impatto, si riduce a un apporto minoritario. Ma tre dei quattro organismi che detengono la maggioranza delle rispettive banche, vale a dire Pescarabruzzo, Fondazione Tercas e Carispaq, hanno deciso ieri sera di non tirarsi indietro seppure a determinate condizioni che oggi saranno spiegate con una nota a firme congiunte. Del gruppo continua a non far parte la Fondazione Carichieti cui resterà la prerogativa di rappresentare l’ultima e unica banca totalmente abruzzese nel territorio. Ma che cosa diranno le tre fondazioni? In sintesi confermano l’operazione Popolare di Bari e che «la crisi è arrivata alla fine», cioè che Tercas sta uscendo dal tunnel del commissariamento; annunciano quindi che la Tercas si accinge a riprendere la sua attività bancaria ordinaria, ma chiedono, in modo chiaro e netto, che il gruppo Tercas-Caripe mantenga la propria territorialità. Torniamo dunque alla più forte delle reazioni di ieri, quella del sindaco di Teramo che, primo e unico tra i politici teramani, ha parlato di una città «ferita nell’orgoglio per l’arrivo dei baresi». Brucchi dichiara che questa: «E’ la soluzione che meno auspicavo perché la Popolare di Bari verrà a Teramo per prendersi il governo di Tercas. Ma faccio tre riflessioni. La prima: se la linea di Bankitalia è quella di escludere le Fondazioni mi aspetto che accada la stessa cosa per Banca Marche, Carige e Mps. La seconda: è necessario, al di là degli obiettivi dei baresi, che Tercas mantenga il proprio marchio e la direzione generale a Teramo. E spero che le Fondazioni restino come garanzia per il territorio. La terza ed ultima riflessione è rivolta al commissario Sora che dovrà spiegare ai sindaci, di Teramo e Pescara, come e perché si sia arrivati a questo epilogo che mi ferisce nell’orgoglio».

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