PESCARA Arriva in Parlamento l’allarme sul porto lanciato dal direttore marittimo Luciano Pozzolano: dopo una chiusura durata quasi due anni per il mancato dragaggio e con i lavori di scavo ancora in corso, si rischia un altro blocco del porto, così ha detto Pozzolano, «se non sarà assicurata la manutenzione ordinaria dello scalo e se non sarà messo in pratica un progetto di medio termine per evitare l’insabbiamento». Un allarme che la politica – assente al convegno «Fiume, porto, diga» organizzato martedì scorso in Provincia dalla federazione di associazioni Città vivibile – non ha ascoltato ma che, rilanciato dal Centro, ha avuto l’effetto di una scossa. Ieri, il deputato di Sel Gianni Melilla ha chiesto al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, con un’interrogazione, di «convocare il commissario per la bonifica del fiume Pescara, Adriano Goio, la Regione Abruzzo, gli enti locali e le parti sociali per studiare soluzioni volte al superamento del problema insabbiamento ed evitare il ripetersi dell’emergenza al porto». Sono i numeri a condannare il porto verso una chiusura bis: ogni anno, secondo i dati dei docenti di Geologia dell’università D’Annunzio, il fiume trascina alla foce almeno 50 mila metri cubi di fanghi, sabbia e detriti che ostruiscono il porto. Quando il dragaggio in corso sarà finito, la quantità di materiale prelevata dal fondale arriverà a 250 mila metri cubi. Vuol dire che in un pugno di anni, in assenza di un altro dragaggio e interventi sulla diga foranea, si tornerà indietro al 2011, quando è scattata la chiusura del porto per il fondale troppo basso. «Finalmente, Pozzolano ha alzato il velo dell’ipocrisia della politica locale e ha denunciato ciò che è noto a tutti da sempre: il porto senza interventi manutentivi ordinari è destinato a chiudere. Se il porto è una palude», ha affermato il consigliere Pd Enzo Del Vecchio a nome del gruppo, «è per colpa degli attuali amministratori e il Piano regolatore portuale (Prp) ammuffisce nei cassetti». Il Pd, mentre il sindaco Pdl Luigi Albore Mascia tenta di riportare i collegamenti della Snav con la Croazia fermi da due anni, attacca anche Comune e Regione: «È andato in onda uno scandaloso gioco di rimpallo della “competente” struttura regionale su chi doveva firmare l’atto finale del Prp per consentire il prosieguo dell’iter che è culminato, per il superamento di ogni ignavia regionale, nella richiesta al Comune di una presa d’atto del procedimento». La presa d’atto risale al primo agosto scorso: «Ora», per il Pd, «sembra sia in arrivo un premio per i dirigenti regionali e, vista l’assenza della politica, non ci rimane che sperare nella buona luna di quel “competente” dirigente regionale che deve dare il definitivo visto per consentire al porto di riprendersi funzione e ruolo che incompetenti mani gli hanno tolto».