MILANO Le modifiche sono certe, il perimetro per ora assolutamente non definito. Lo stesso governo è conscio che l'iter parlamentare della legge di stabilità, che è iniziato ieri con l'esame al Senato e arriverà alla Camera la seconda o terza settimana di dicembre, «dipenderà dal Parlamento e dalle parti sociali, però l'equilibrio va mantenuto perché dalla crisi si esce passo, passo, non si esce un colpo alla volta» ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta che in serata ha incontrato a Palazzo Chigi il capogruppo del Pdl alla Camera Brunetta. «Sono assolutamente pronto a discutere e in Parlamento, il governo verrà a discutere su come migliorare, ma mantenendo l'equilibrio, perché il nostro Paese ha rimesso i legamenti a posto (paragonandolo a un calciatore, ndr) e non vuole risfasciarli, perché poi per rimettersi a posto ci vogliono anni, sacrifici, tasse in più e quel tempo deve essere finito per sempre». Sicuramente la tassazione sulla prima casa e il cuneo fiscale saranno i due principali capitoli su cui concentrarsi, per modificare le norme attualmente contenute nella legge di stabilità anche alla luce dell'esame dei tecnici del Senato che hanno segnalato che la legge «non è priva di ricadute sia con riferimento alle entrate dei singoli Comuni sia rispetto ai contribuenti». «Si lavora alle modifiche sulle misure contenute nella legge», ha detto il relatore Pd, Giorgio Santini. In particolare, per quanto riguarda le detrazioni, «la situazione deve tornare almeno come quella attuale. Poi è ovvio che c'è un mare di problemi per la copertura», ha aggiunto Santini. Il collega del Pdl, Antonio D'Alì, è entrato nel dettaglio spiegando che servono modifiche per evitare che l'imposta sulla prima casa «si trasformi in un'imposta più forte rispetto al 2013 e 2012». Ieri Saccomanni ha ribadito che nel triennio 2014-16 gli sgravi fiscali saranno pari a 16,5 miliardi e di conseguenza sarà possibile avviare un «graduale processo di riduzione della pressione fiscale» che arriverà al 43,7% nel 2016. Il ministro ha però dovuto incassare un'altra sconfessione sul limite al pagamento dei contanti: «Sono parole di buonsenso», ha detto il viceministro all'Economia Stefano Fassina, a margine dei lavori della commissione Bilancio in Senato, che ha discusso ieri la proposta del Pdl di non introdurre misure sul contante nella legge di stabilità. Intanto il ministro Enrico Giovannini sta lavorando ad «un possibile collegato lavoro alla legge di stabilità», per introdurre «nuove norme o semplificazioni» sottolineando che i tempi sono stretti, tanto da sollecitare «proposte entro martedì» perché possano essere recepite nel testo.