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Data: 31/10/2013
Testata giornalistica: Rassegna.it
Come cambiare la legge di stabilità

Riduzioni fiscali sul lavoro, tutela delle pensioni e dei ceti impoveriti, sblocco della contrattazione nel pubblico impiego, una tassa patrimoniale. Camusso: il governo aveva promesso centralità al lavoro, ma non ha mantenuto la promessa
Come cambiare la legge di stabilità
La legge di stabilità fallisce sia per quanto riguarda la manovra finanziaria sia per quanto riguarda la manovra economica, quella che deve dare la strategia, la rotta, all'economia nel nostro paese. E poi non affronta problemi scottanti quali quelli degli esodati e della cassa integrazione. È questo, in sintesi, il giudizio della Cgil espresso da Susanna Camusso durante l’audizione in Commissione bilancio del Senato, lo scorso 28 ottobre. L’audio dell’intervento del segretario generale Cgil si può ascoltare su RadioArticolo1, nel podcast di Italia Parla.

“Abbiamo indetto uno sciopero di quattro ore – ricorda Camusso - che si svolgerà da qui alla metà di novembre in tutti i territori, a sostegno della richiesta di cambiamento della legge di stabilità, richiesta che siamo a fare in sede di commissione, ma siamo a fare al Parlamento italiano. Abbiamo provato a ragionare sia sulla parte di manovra finanziaria presente nel disegno di legge di stabilità sia sulla parte economica”.

Camusso rileva che “la manovra di tipo economica è molto ampia e la nostra preoccupazione è che abbia degli effetti macroeconomici negativi rispetto a un paese che è l’unico a essere in recessione. Si è molto discusso e detto che il tema necessario per il paese era quello di agganciare la ripresa, noi pensiamo che non sia immaginabile agganciare una ripresa semplicemente aspettando che questa arrivi da oltre confine se non si invertono le ragioni che hanno determinato una condizione che possiamo riassumere così: crescente impoverimento dei pensionati e dei lavoratori, crescente disoccupazione, con degli effetti sul sistema produttivo che vedono già oggi la messa in discussione di circa un quarto delle attività produttive e di servizio del nostro paese”.

“In numerose occasioni il governo aveva annunciato una grande centralità del tema del lavoro e della ripresa – osserva il segretario Cgil -, non ci pare che questa legge di stabilità sia coerente a questo obiettivo perché non inverte significativamente la tendenza rispetto ai redditi da lavoro e da pensione”

È proprio sugli interventi fiscali che Susanna Camusso solleva l'attenzione. È possibile cambiare la manovra, lo si può fare a saldi invariati, gli interventi che vanno messi in campo subito sono proprio quelli di natura fiscale.

“Le dimensioni della riduzione fiscale che sono previste dal ddl sono assolutamente insufficienti a determinare un cambiamento e una propensione di spesa”, sostiene Camusso nel corso dell’audizione e richiama l’attenzione sul “rispetto dei pensionati, sia perché non condividiamo la modalità con cui si è cambiata la norma sulla rivalutazione, ma soprattutto perché pensiamo che va mantenuta la caratteristica di solidarietà e di rivalutazione delle pensioni”.

“Sul terreno della spesa pubblica – prosegue - le scelte che ci sono in questa legge di stabilità rispetto ai lavoratori pubblici sono, se possibile, peggiorative delle già tante scelte sbagliate che hanno caratterizzato leggi di stabilità e leggi finanziarie precedenti. I contratti pubblici sono bloccati dal 2009, siamo nella previsione del 2014, al quinto anno, per come è composta la legge di stabilità abbiamo una previsione di blocco anche sul 2015, 2016, bisognerebbe dirci che il blocco delle assunzioni e il blocco dei contratti nazionali non hanno determinato una riduzione della spesa pubblica che nel frattempo ha continuato a crescere, come tutti i dati indicano. Allora forse quello non è lo strumento per intervenire sul governo della spesa pubblica. Sono altre le strade, le abbiamo indicate a partire dall'obbligatorietà dei costi standard per le amministrazioni centrali, a partire dal fatto che non è credibile che ci siano 30.000 stazioni appaltanti nel nostro paese. Possiamo proseguire facendo i ragionamenti sul numero delle società pubbliche, quelle che possono essere abolite, quelle che invece fornendo servizi interni o esterni hanno bisogno di dimensioni di aggregazione che rendano ottimale la platea di gestione dei servizi”.

“Credo – prosegue Camusso - che non sia come dire nemmeno elegante, per il nostro paese, farci dire dal Fondo monetario internazionale che bisognerebbe spostare la tassazione e introdurre una tassa patrimoniale come in grande parte dei paesi. Questo rimane un tema noto, così come rimane un tema anche di omogeneità agli altri paesi la tassazione sulle rendite finanziarie”. La Cgil ricorda anche che ci sono altre fonti che possono essere utilizzate, che ad esempio la tassazione oggi esistente sui giochi online vale lo 0,6 su una base imponibile di 18 miliardi. E fissa tre obiettivi: “Il primo – spiega Camusso - è quello di avere uno spostamento di risorse verso la parte che si è impoverita del paese. Il secondo è ottenere qualità, efficienza, produttività della pubblica amministrazione. Il terzo – conclude - è lo sblocco dei contratti nazionali per i lavoratori pubblici”.

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