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Data: 02/11/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Ministro in bilico, il Pd la chiama in aula. M5S: «Pronti a chiedere la sfiducia». Solo il Pdl la difende

ROMA Lei, il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, ha scelto la linea del silenzio. Ha trascorso la giornata a Roma, chiusa nel suo studio a lavorare sui due prossimi appuntamenti in agenda: il congresso dei Radicali che si svolgerà oggi a Chianciano, e il vertice di lunedì e martedì a Strasburgo, dove si farà il punto sul piano da presentare entro maggio 2014, dopo la sentenza della Corte Europea che ha condannato l'Italia per trattamento inumano dei detenuti. Nessun altro commento, nessuna replica alla bufera che l’ha investita per le sue telefonate sul caso Ligresti e sul suo intervento per la concessione degli arresti domiciliari a Giulia, arrestata con il padre Salvatore il 17 luglio scorso: intervento «umanitario legittimo e doveroso», come lo stesso ministro aveva definito il passo compiuto in favore della donna. Ma mentre trapelano nuove carte sul caso Fonsai e sulla posizione di Piergiorgio Peluso, figlio della Cancellieri ed ex direttore generale del fondo, la bufera politica rafforza. Con il Pd che invita il Guardasigilli a riferire in Parlamento e il Movimento 5 Stelle che annuncia la presentazione di una mozione di sfiducia individuale per il ministro. «Riferisca in Aula e poi ciascun partito farà le sue valutazioni», ha detto ieri Danilo Leva, responsabile Giustizia Pd, respingendo le strumentalizzazioni, ma chiedendo «chiarezza in tempi rapidi»: chiarezza «per fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di seria A e di serie B», ha aggiunto l’esponente democratico ricordando i 30mila detenuti in attesa di processo e i tanti che sono nelle stesse condizioni di Ligresti, malati e in carcerazione preventiva. Insomma «garantismo per tutti, non solo per i figli di papà», ha sintetizzato su Twitter Antonio Funiciello, esponente renziano e responsabile Cultura del Pd. «E’un episodio che lascia l’amaro in bocca», chiude a sera il candidato alla segreteria del Pd, Gianni Cuperlo. Diversa la posizione del M5S: «Siamo pronti con la sfiducia al ministro Cancellieri», ha annunciato in rete il capogruppo alla Camera, Alessio Villarosa. «Mentre migliaia di persone soffrono per le condizioni carcerarie, lei si preoccupa della figlia di Ligresti, titolare della società ex datrice di lavoro del figlio al quale è andata una buonuscita di 3,6 milioni di euro. Attendiamo spiegazioni», scrive Villarosa su Facebook. Contro il ministro Cancellieri si schiera anche la Lega Nord. «Alcune dichiarazioni inquietanti che stanno uscendo dalle intercettazioni non possono passare in secondo piano, e non basta certo una letterina inviata ai capigruppo di Camera e Senato per mettere fine alla questione. Il ministro Cancellieri venga in Parlamento e dimostri rispetto verso le istituzioni», ha detto ieri il capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia, Nicola Molteni. Dal Pdl si alza invece la voce di Fabrizio Cicchitto per il quale «il ministro Cancellieri non può certo essere criminalizzata per una telefonata, da giustizialisti a corrente alternata che continuano a far danni di ogni tipo. Sulla vicenda specula - ha detto - chi è contro il governo». La colomba Jole Santelli però parla di «solidarietà condizionata» e rivolgendosi al premier Letta e al presidente Napolitano puntualizza: «Uguale correttezza di comportamento deve quindi essere riconosciuta a Berlusconi, condannato a sette anni per condotta identica». Il procuratore di Torino Giancarlo Caselli, intanto, ribadisce che sul caso «non c’è stata alcuna influenza esterna», che la scarcerazione della Ligresti fu dovuta unicamente alle sue gravi condizioni cliniche, attestate da qualificata perizia, e dalla richiesta di patteggiamento presentata dall’indagata un mese prima della telefonata fra il ministro e la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, amica di vecchia data.

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