Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/12/2025
Visitatore n. 750.237



Data: 02/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Quello sfogo di Giulia intercettata contro il figlio del ministro

MILANO Affetto e affari di rado vanno d’accordo. La storia dei rapporti tra la guardasigilli Anna Maria Cancellieri e la famiglia Ligresti, del figlio del ministro Pier Giorgio Peluso e di Giulia, figlia di don Salvatore, non fa eccezione. Il legame nato negli anni settanta dall’amicizia fra la Cancellieri e Gabriella Fragni, seconda moglie dell’ingegnere, sancito nel maggio 2011 con la nomina a direttore generale di Fonsai di Pier Giorgio Peluso, rischia ora di naufragare tra i marosi delle polemiche politiche e di intercettazioni che mettono a nudo veleni, acredine e sospetti. La Cancellieri che si espone in prima persona con quello che definisce «un gesto umanitario», segnalare all’amministrazione carceraria le condizioni estreme in cui versa in cella Giulia, e la figlia di Salvatore che si sfoga al telefono: «’Sto Peluso, che oggi leggo sull’Espresso tutto un articolo sul commissario Cancellieri, su lei che tutto lo esalta, dice che è una brava, 'sto Peluso è talmente protetto che chissà cosa gli daranno in Telecom».
INTRECCI DI FAMIGLIA
A rendere complicata la vicenda non è solo l’amicizia di lunga data tra la guardasigilli e i Ligresti, ma anche il ruolo del figlio del ministro ai vertici del gruppo assicurativo della famiglia siciliana. Proveniva da Unicredit e il numero uno dell’istituto Federico Ghizzoni spiegherà poi ai pm che «furono proprio i Ligresti a individuarlo». Quando arriva in Fonsai la compagnia è ormai al tracollo, risale infatti al 2010 il presunto falso in bilancio che secondo l’accusa permise l’indebita distribuzione ai Ligresti di dividendi per 251 milioni di euro. «Merita sin da subito evidenziare come l’inversione di tendenza all’interno di Fonsai, anche con riferimento alle modalità di determinazione attuariale della riserva sinistri, sia stata in realtà determinata dall’assunzione, in qualità di direttore generale, di Peluso Pier Giorgio e di altri manager da lui selezionati», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Salvatore Ligresti e delle figlie. «E’ stato promotore di una pulizia di bilancio», ma i magistrati di Torino hanno cercato di capire se abbia avuto anche «l’intento di escludere l’azionista di riferimento (i Ligresti) o abbia fatto emergere lacune (e quindi falsità) relative ai bilanci degli anni precedenti», scrive il pm Marco Gianoglio nella richiesta (avanzata lo scorso 29 agosto e accolta dal gip) di intercettare il telefono di Peluso. Il quale, in ogni caso, nel procedimento Fonsai resta uno dei testimoni dell’accusa, mentre Giulia ha patteggiato due anni e otto mesi. Tra loro non correva buon sangue. Pier Giorgio Peluso, agli occhi di Giulia, era colpevole di essere entrato in Fonsai con il mandato di «distruggere tutto». E di avere preso, per un incarico lampo di 14 mesi, una buonuscita da 3,6 milioni. Era il 19 ottobre 2012, qualche giorno dopo la guardia di finanza intercettò una telefonata tra due personaggi in cui Anna Maria Cancellieri veniva definita con un insulto, mentre suo figlio «doveva stare in campana». Secondo la figlia di Salvatore, che lo ha scritto anche in un dossier, Peluso è entrato in Fonsai «come persona di riferimento di Unicredit» e ha orchestrato un «forte indebolimento del bilancio». La Ligresti è furibonda: «Peluso che è entrato da noi un anno fa, gli hanno deliberato in consiglio una buonuscita di cinque milioni e mezzo, capito? Tutto è stato deciso dalle banche, noi ci fanno il mazzo...». «Se quei soldi fossero stati deliberati per te o per me o Paolo, per qualcuno, il giorno dopo dal consiglio veniva fuori una denuncia. Per questo qui che è entrato, ha distrutto tutto eh, ha avuto il mandato come se tu entri in un’azienda e svalorizzi tutto, fai in modo che uno se la può prendere a zero, e poi si vedeva che era un mandato, è uscito appena fatto con cinque milioni e mezzo».
INGRESSO CON SCONTO
Ma la posizione di Peluso ha attirato anche l’attenzione del pm milanese Luigi Orsi a proposito dell’ingresso del fondo Amber in Fonsai. Come emerge dalle annotazioni a margine delle intercettazioni, «il sospetto degli inquirenti pare sia legato al fatto che la partecipazione al capitale sociale del fondo Amber sia stato ”agevolato” dall’ex direttore generale di Fonsai, dr. Piergiorgio Peluso, attraverso uno sconto sui diritti». Amber entrò in Fonsai con il 2,1 per cento nell’agosto 2011, a ottobre denunciò al collegio sindacale le irregolarità nelle operazioni che avevano come controparte la famiglia Ligresti. Fatti che destarono l’attenzione della magistratura, di Consob e Isvap. E accelerarono l’uscita di scena della famiglia.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it