Tre dei quattro segretari provinciali saranno eletti senza avversari. Una prova generale in vista delle primarie per le regionali
PESCARA Il Pd nel pieno del caos congressi, titolavano ieri i giornali nazionali. Non qui in Abruzzo, sembrerebbe, dove si sta per concludere con un abbraccio (quasi) unitario, la lunga traversata congressuale che dal 20 ottobre sta impegnando i 300 circoli abruzzesi. Certamente le tensioni non sono mancate (a Teramo e a Pescara soprattutto), ma alla fine la navicella guidata dal segretario regionale Silvio Paolucci, sembra avviata verso un porto pacificato e senza correnti. Più che a Cuperlo, Renzi, Civati o Pittella, l’attenzione del Pd abruzzese è rivolta al dopo-Chiodi. Al voto regionale (la cui data a un mese e mezzo dalla fine della legislatura è ancora e solo nella mente del governatore), che più che essere voto politico è voto di rinascita, dopo la drammatica stagione giudiziaria iniziata nel luglio 2005. È in funzione di quel voto che va letto quanto sta accandendo per i congressi. Per esempio, il grande attivismo di Luciano D’Alfonso (che sarà uno dei candidati alle primarie per la presidenza della regione). L’ex sindaco di Pescara ha lavorato molto per arrivare a una candidatura unitaria a Pescara, chiedendo al suo pupillo Gianluca Fusilli (con simpatie renziane) un passo indietro a favore di Francesca Ciafardini, bersaniana un tempo e oggi concentrata essenzialmente sulle questioni cittadine e sulla militanza (le sue parole d’ordine: aprire, coinvolgere, ascoltare, programmare). A Chieti spazio per un’altra donna, Chiara Zappalorto, candidato unitario alla segreteria provinciale dopo la burrascosa rinuncia del renziano segretario uscente Camillo Di Giuseppe. Anche L’Aquila conclude il cammino congressuale all’insegna dell’unità con il marsicano Mario Mazzetti, segretario uscente, dopo la rinuncia di Stefano Albano e Francesco Piacente. Più complessa la situazione nel Teramano dove si andrà al ballottaggio tra Gabriele Minosse e Vincenzo Di Marco, chiamati a sostituire Robert Verrocchio. L'elezione dei 232 delegati provinciali non ha dato la maggioranza assoluta a nessuno dei sei candidati in corsa. La decisione è rinviata all'assemblea del 17 novembre quando i delegati saranno chiamati a scegliere tra i sindaci di Cortino e Castellalto. Il più votato al primo turno è stato Minosse. Determinante sarà però il ruolo del sindaco di Mosciano Orazio Di Marcello che rappresenta il 21,1% dei delegati. Il quadro complessivo regionale sarà definito entro il 12 novembre. Poi l’attenzione si sposterà sull’assemblea nazionale e sull’elezione del segretario nazionale. Per il segretario regionale (che sarà scelto con primarie aperte), bisognerà attendere. Abruzzo e Sardegna, impegnate nel 2014 sul voto regionale hanno ricevuto una deroga dalla segreteria nazionale e avranno più tempo per rinnovare gli organismi regionali. Prima ancora il Pd abruzzese sarà impegnato nelle primarie di coalizione per la scelta del candidato presidente della Regione. Se il voto sarà il 25 maggio, in election-day con le elezioni europee, il Pd andrà alle primarie tra il 26 gennaio e il 10 febbraio. Ancora fluida la platea dei candidati. Ma il Pd potrebbe tentare ancora la carta dell’unità e presentarsi con un solo nome alla competizione con gli alleati. Le mosse di D’Alfonso su Pescara, fanno pensare che l’ex sindaco sia molto interessato a questa scelta.