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Pescara, 16/12/2025
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Data: 03/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tercas, lo stop dei pescaresi «Bari? Serve più chiarezza». Il mondo produttivo chiede a Bankitalia il perchè della scelta

PESCARA Incertezza su quella che sarà la mission del nuovo partner pugliese in Abruzzo. Dubbi sull’improvvisa accelerazione con cui Bankitalia ha chiuso l'operazione Tercas-Caripe dopo due anni di commissariamento. Perplessità sulla bocciatura del progetto di salvataggio che era stato messo in atto dalle Fondazioni locali. Per non parlare di quel fondo di garanzia di 280milioni messo improvvisamente a disposizione della Banca popolare di Bari. Non è solo questione del marchio che se ne va, il mondo produttivo abruzzese pone interrogativi sul salvataggio dell'istituto teramano-pescarese, ricordando che da qui viene erogato un terzo del credito dell'intera regione, mentre dalle ovattate stanze della dirigenza dell’istituto nulla trapela sul progetto che porterà i pugliesi a varcare i confini.
SILENZIO
I vertici pescaresi di Cna, Confindustria e Confesercenti si sono ritrovati ieri alla Camera di commercio, dove il presidente Daniele Becci ha chiesto soprattutto di uscire dal silenzio che sta circondando l'operazione Tercas-Caripe, visto che le uniche notizie trapelate si devono alla stampa: «La banca di Bari va ringraziata per il suo intervento, perché la Tercas stava andando in liquidazione. Ma qualcuno dovrebbe farci capire perché Bankitalia ha ritenuto migliore questa offerta rispetto a quella delle Fondazioni». E ancora: «La Popolare di Bari avrebbe messo sul piatto un capitale di 180-200 milioni di euro, persino inferiore rispetto a quello previsto dalle Fondazioni di Teramo, Pescara e L'Aquila (circa 220 milioni). La differenza la fa però il fondo di garanzia di 280 milioni di cui godrà la banca pugliese, che riduce di molto il rischio dell'operazione». Un'altra questione sollevata da Becci riguarda il progetto del nuovo partner: «Le banche sono fondamentali per l'economia del territorio perché fanno raccolta, ma anche investimenti. Ma non sappiamo se questa banca si limiterà alla raccolta, all'erogazione del credito, o farà investimento». Il presidente dell'ente camerale propone un esempio concreto, quanto malizioso: «Quando si dovrà scegliere se rilanciare l'aeroporto di Bari o quello di Pescara, come si muoverà la banca?». Le associazioni invitano la politica a rispondere, chiamando in causa il governatore Gianni Chiodi e il sottosegretario Giovanni Legnini.
MANAGEMENT
Altro tema, quello della rappresentanza abruzzese nel nuovo istituto, necessaria secondo il mondo produttivo locale in un gruppo così importante per l'economia del territorio, dove il management non potrà avere solo l'accento pugliese o milanese. Enrico Marramiero, presidente di Confindustria Pescara, lancia poi una nuova sfida: «Mi piacerebbe un progetto di banca Caripe-Carichieti di cui non si è mai parlato».

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