Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/12/2025
Visitatore n. 750.237



Data: 03/11/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Con le banche in fuga le imprese restano sole Becci: «Vogliamo sapere se ci sono i margini per salvare il polo creditizio abruzzese»

La "fuga" dei capitali Tercas-Caripe verso la Puglia allarma tutto il mondo imprenditoriale pescarese, che chiede l'intervento urgente del sottosegretario Giovanni Legnini e del presidente della Regione Gianni Chiodi presso la Banca d'Italia. Imprenditori e associazioni di categoria vogliono risposte immediate in merito all'acquisizione del gruppo Tercas–Caripe da parte della Banca popolare di Bari. In ballo ci sono, ovviamente, gli investimenti da fare sul territorio e il futuro dell'aeroporto, infrastruttura strategica, dove il gruppo abruzzese ha quote consistenti la cui perdita avrebbe ripercussioni negative sullo sviluppo dello scalo. Daniele Becci, in particolare, attacca su due fronti: «Uno è la velocità con la quale è stata condotta questa operazione, l'altro è la differenza con la quale è stata gestita la questione fondo di garanzia per la Banca popolare di Bari e la cordata abruzzese che si era offerta, per prima, di acquisire il Gruppo Tercas Caripe». Tutto si è svolto troppo in fretta, secondo Becci che aggiunge: «Questa procedura veloce ci lascia perplessi, per questo vorremmo sapere dai nostri rappresentanti al Governo Legnini e alla Regione Chiodi se ci sono ancora dei margini di trattativa per evitare di perdere il penultimo polo bancario abruzzese. E poi capire, nel caso di risposta negativa, da chi sarà composta la rappresentanza del nuovo polo bancario e se ci saranno uomini e manager che conoscono le peculiarità del nostro tessuto economico e creditizio e sappiano fare degli investimenti ad hoc sulla base delle nostre caratteristiche». Preoccupazioni condivise in toto dalla Cna: «C'è, inoltre, - sottolinea il direttore Carmine Salce - la questione del fondo di garanzia pari a circa trecento milioni per la Banca popolare di Bari, molto meno ingente per il gruppo di fondazioni abruzzesi interessate all'acquisto. A cosa si deve tutta questa differenza, solo alla grandezza del polo bancario barese»? Per Enrico Marramiero, numero uno di Confindustria, «ci sarebbero altre strade da percorrere, cercando così di mantenere parte del sistema in Abruzzo: una riacquisizione della Tercas dalla Banca popolare di Bari e quella della Caripe dalle fondazioni oppure, ancora, una fusione Caripe-Carichieti».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it