Il sindaco Umberto Di Primio ha depositato un esposto «a tutela della propria onorabilità», presso il Comando provinciale dei Carabinieri, a seguito della denuncia-querela per truffa presentata in Procura contro la società amministrata dalla sorella Maja. La truffa ipotizzata consisterebbe nell’aver affittato alla denunciante un locale, il ristorante "La Buccia", che era pignorato. Il sindaco, in una nota, ha voluto ribadire soprattutto due circostanze: di non avere ruoli operativi o gestionali nella società, essendo «socio accomandante, il che non comporta la possibilità di effettuare qualsiasi tipo di atto», e di non conoscere la signora che ha sporto denuncia. «Ribadisco - dice infatti - di non aver conosciuto, fino a ieri, il nome della denunciante, né di aver avuto alcun contatto o rapporto neanche nella fase delle trattative e men che mai successivamente alla stipula del contratto relativo all’immobile sottoposto a procedura esecutiva che non è di mia proprietà e neanche della società di cui sono socio accomandante». Ma anche Florenzo Coletti, legale della ricorrente, ha inviato una nota in cui dice che, invece, «Di Primio era a conoscenza della trattativa in essere, tanto che risultano esserci stati dei contatti. Va da sé che anche il socio accomandante diventa responsabile nell’ipotesi di una partecipazione anche morale all’azione delittuosa». Per Coletti, infine, la ricorrente «non ha alcun interesse personale ai danni dell’avvocato Di Primio, nella sua qualità di uomo politico e sindaco di Chieti, ma intende solo tutelare le proprie ragioni».