LA POLEMICA SUGLI STIPENDI PUBBLICI
PESCARA Gli industriali fanno i conti in tasca ai dipendenti pubblici? Ora i dipendenti pubblici fanno conti in casta agli industriali. O meglio, ai soldi pubblici intascati dagli industriali. La contromossa viene dai dipendenti della Giunta regionale (circa 1500) che da un lato rischiano di non incassare il salario accessorio (che si aggiunge al blocco degli stipendi causa spending review), dall’altro vengono attaccati dal vicepresidente di Confindustria Abruzzo Paolo Primavera perché chiedono che venga rispettato quanto previsto dal contratto di lavoro. Così i dipendenti si sono messi sotto e hanno preso in esame «alcune (parziali) pubbliche risorse che dal Bilancio regionale» che confluiscono »verso lo “sviluppo delle imprese”», di cui, sottolineano i dipendenti regionali, «negli anni mai nessuno è riuscito a valutare e a vedere i positivi effetti». Delle due l'una, dicono i dipendenti, «o le risorse pubbliche destinate alle imprese non servono, visto che - come lamenta sulla stampa il dottor Primavera, “le imprese patiscono la crisi, arrancano e a volte chiudono pagando lo scotto di questa economia arenata”, oppure, ognuno dei svariati milioni di euro, che la Regione concede alle imprese su ogni settore di attività, dovrebbe dare positivi risultati economici che ogni cittadino abruzzese avrebbe già dovuto avvertire attraverso il netto miglioramento della situazione economica». E allora vediamoli questi conti: oltre 214 milioni di euro, fra il 2009 ed il 2012, erogati al mondo delle imprese, e solo dalla Direzione regionale Sviluppo Economico. «Vi sembrano pochi? Ognuno tragga le proprie conclusioni», dicono i dipendenti della Regione. Ai quali «piacerebbe sapere» qual è la posizione del presidente Primavera sulla proposta avanzata da Confindustria nazionale, «circa l'eliminazione dei finanziamenti a pioggia, sinora ricevuti, definiti “inutili o ingiusti” anche dal presidente Giorgio Squinzi». Non sarebbe per esempio meglio, dicono, utilizzare quelle risorse «per abbattere il costo del lavoro, che andrebbe a beneficio anche delle tasche dei dipendenti di tutte le imprese?». Quanto ai premi che fanno indignare gli industriali, insistono i dipendenti della giunta, «sia ben chiaro che i premi per i dipendenti regionali di categoria, rappresentano una quota di circa 50 -70 euro mensili netti, su uno stipendio che complessivamente, in media, non supera i 1.200 - 1.300 euro /mese. Su questo filo del ragionamento, sarebbe auspicabile e corretto verso l'opinione pubblica, che tutti coloro, che sono ormai abituati a puntare il dito sui pubblici dipendenti, rendessero noto prima i loro stipendi o redditi dichiarati (e non), per consentire a tutti di fare sempre le debite differenze». Contro Confindustria si è schierata anche la Direr, il sindacato dei dirigenti regionali: «Tutto il personale della Regione è in difficoltà e vede negati i propri sacrosanti diritti contrattuali», dice la Direr, «gli stipendi dei dipendenti pubblici, a differenza dei privati, sono fermi dal 2009 e continueranno a subire il blocco fino al 2016. Non si stanno difendendo privilegi di casta come ingiustamente dice “l'indignato” presidente Primavera. Per risparmiare sono stati prodotti guasti forse irreparabili al corpo organizzativo, mentre i politici non hanno avuto neanche il coraggio di tagliare i costi della politica e gli incarichi fiduciari. Ora con la scusa dei risparmi ci si appresta a tagliare anche il numero dei dirigenti in Consiglio Regionale. Non sarà forse per celare l'aumento di spesa collegato al mantenimento degli attuali 45 consiglieri in attesa del rinnovo elettorale? ».